→ maggio 13, 2008

Colloquio con Franco Debenedetti
Non di solo Travaglio vive il dibattito intorno al ruolo della televisione pubblica nel nostro Paese. Ciclicamente, all’insediamento di ogni nuovo governo corrisponde la deflagrazione di una nuova guerra di poltrone in seno alla Rai. Inevitabile. O forse no, basterebbe che la Rai non fosse di proprietà dei partiti politici. Tra i sostenitori storici della privatizzazione dell’emittenza pubblica, c’è sicuramente Franco Debenedetti.
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→ maggio 10, 2008

Dopo il 13 aprile
“What is left?”, l’interrogativo che assilla la sinistra da quasi vent’anni, scuote il Pd nelle sue fragili fondamenta. La destra, per Sandro Bondi (Corriere della Sera del 7 maggio), neoministro dei Beni Culturali, è sinonimo di innovazione. Non lo so. Il tasso d’innovazione della politica, nonostante il 13 aprile, è sempre largamente inferiore, specie in Italia, a quello della società che deve interpretare. Ma certamente la destra è sinonimo di cambiamento. Vuole cambiare. E, aspetto paradossale, a volte quello che vuole cambiare lo addossa alla sinistra.
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→ maggio 8, 2008

Intervista a Franco Debenedetti
ROMA — «Una compagine ben equilibrata, con punte di eccellenza». Il Berlusconi IV passa l’esame di Franco Debenedetti, ex senatore diessino, economista liberale.
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→ maggio 7, 2008

da Peccati Capitali
Un vecchio detto classifica i modi per rovinare le propria fortuna, quelli rapidi, quelli piacevoli e quelli definitivi. Ma c’è anche il modo strisciante, quando ci si svaluta tra le mani la moneta in cui sono espressi i nostri guadagni, le nostre spese, i nostri beni liquidi. Evitarlo è il compito della Banca Centrale Europea, che a giugno compirà 10 anni.
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→ aprile 26, 2008

Quando si scrive una lettera, si ha in mente chi la leggerà; quando si scrive un articolo bisogna sapere per chi si scrive. A chi si possono rivolgere oggi i “liberali di sinistra”? Uso questa espressione per indicare gli intellettuali e gli editorialisti che, senza magari neppure considerarsi “di sinistra”, alla sinistra si sono rivolti ritenendo che valesse la pena impegnarsi per sottrarre quell’area politica alla demagogia del “senza se e senza ma”, distoglierla dalle filastrocche consolatrici dell’antiberlusconismo, e farla diventare moderna. Farle che capire che “liberalizzare è di sinistra”, secondo il titolo di un fortunato libro di Alesina e Giavazzi.
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→ aprile 25, 2008

“Caro Professore, perché si ostina a essere trattato come un cane in chiesa? Venga a prendere il posto che fu di Marco Biagi, in materia di lavoro avrà carta bianca”. Devono essere state queste, più o meno, le parole con cui Silvio Berlusconi ha chiesto a Pietro Ichino di fare il Ministro del lavoro nel suo nuovo Governo.
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