La BCE ha 10 anni (e riflessi prontissimi)

maggio 7, 2008


Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair

vanityfair_logo_red
da Peccati Capitali

Un vecchio detto classifica i modi per rovinare le propria fortuna, quelli rapidi, quelli piacevoli e quelli definitivi. Ma c’è anche il modo strisciante, quando ci si svaluta tra le mani la moneta in cui sono espressi i nostri guadagni, le nostre spese, i nostri beni liquidi. Evitarlo è il compito della Banca Centrale Europea, che a giugno compirà 10 anni.

Anzi: la BCE è l’unica banca centrale ad avere come suo unico compito la stabilità della moneta. Per questo è indipendente e autonoma dai governi, e le è fatto divieto di finanziare i loro disavanzi: in Europa aleggia ancora lo spettro dell’iperinflazione tedesca del ’30. Negli USA invece, lo spettro è piuttosto il 1929, quando la FED non riuscì ad evitare che il crollo in Borsa degenerasse nella Grande Depressione: e quindi la FED, a differenza della BCE, ha un duplice mandato, la piena occupazione oltre alla stabilità dei pezzi.

Se gli operatori sono convinti che la moneta non perderà valore, i tassi a lungo termine restano bassi, costa meno investire, e questo farà aumentare l’occupazione: ma nel breve termine un taglio dei tassi può stimolare l’economia, e i governi, specie sotto elezioni, premono in quella direzione. Il Nobel Robert Mundell, padre dell’euro, aveva previsto che una moneta unica per un mercato di 300 milioni di persone relativamente colte e abbienti, poteva affiancare il dollaro negli scambi internazionali e nei forzieri delle banche centrali. Così è stato, ma solo grazie alla fermezza con cui la BCE ha seguito il suo mandato. Non è stato facile tener la barra dritta: nell’ Ottobre del 2000, quando l’euro, dagli iniziali 1,185$, era sceso fino a 0,82, la paura era di vedere evaporare il proprio capitale. Non lo è oggi, che le imprese devono esportare con un euro a 1,60 $.

La crisi dei subprime è un test severo per tutte le banche centrali. La bolla immobiliare si è formata anche perché la FED non ha alzato per tempo i bassi tassi di interesse con cui aveva contrastato gli effetti dello scoppio della bolla internet e poi dell’11 Settembre. In Europa la BCE ha avuto riflessi prontissimi: appena ha avvertito che le banche non si prestavano più soldi perché non si fidavano più l’una dell’altra, ha messo a disposizione tutta la liquidità di cui avevano bisogno per evitare che si bloccasse il sistema dei pagamenti.

La crisi finanziaria produrrà un rallentamento della attività economica in Europa: aumenteranno le pressioni sulla BCE perchè abbassi i tassi, nonostante i sintomi di inflazione. Se lo facesse, rovinerebbe una reputazione costruita, pagando il prezzo del rigore, in questo suo primo decennio: dato che i mercati finanziari hanno memoria da elefante, sarebbe un peccato capitale. Il mio peccato invece, avere trasformato un compleanno in una lezioncina, spero mi verrà perdonato.

Invia questo articolo:
  • email
  • LinkedIn



Stampa questo articolo: