Guai agli ultimatum

marzo 19, 2004


Pubblicato In: Giornali, Panorama


L’occasione della sinistra italiana

Contro il terrorismo, la prima cosa da tenere in mente é che sempre, nei ricatti, cedere una volta significa cedere sempre. Oltretutto, la menzogna per cui Aznar é stato punito non è di aver nascosto la matrice islamica della strage, ma di aver addossato la colpa all’ETA, sfruttandola ai fini di una campagna elettorale che era stata combattuta sulla contrapposizione tra i socialisti “federalisti” e i popolari “centralisti”. Sull’Irak, Zapatero aveva sfilato con Aznar.

La seconda cosa é non mettere in mano ai terroristi l’arma per un facile successo. E’ invece quello che si fa quando si lancia l’ultimatum: il 30 Giugno o viene l’ONU o andiamo via noi. In questo modo, chi vuole che le truppe, spagnole, italiane, polacche ecc, se ne vadano, é incentivato a compiere gli atti che rendano difficile o impossibile l’arrivo dell’ONU: quali, non ci vuole molta fantasia a immaginarli. Su quella data sono d’accordo gli americani, i loro alleati, e l’assemblea irakena: quanto all’ONU, non si sa. Oltre alla risoluzione 1511, che già chiede a tutti i paesi di impegnarsi in Irak, non risulta che ce ne siano altre in preparazione, eppure Spagna, Francia e Germania sono tutte nel consiglio di sicurezza.
Che le cose, sotto l’egida dell’ONU, vadano meglio, é possibile; ma é sicuro che andrebbero molto peggio se si portassero sotto la bandiera azzurra le divisioni che hanno spaccato l’Occidente.
L’ONU non andrà a Bagdad a forza di ultimatum, ma ricostruendo l’unità dell’Occidente. E’ adesso il momento perché la sinistra riprenda in mano il tema del multilateralismo che ha sempre sostenuto. Non però per recriminare su quello perduto nella guerra, ma per premere su Francia e Germania: da loro dipende la possibilità di ricostituirlo oggi per la pace. Non per fare il tifo dalla curva Sud perché perda Bush, ma per supportare dalla panchina Zapatero perché abbia il coraggio delle decisioni difficili che fanno un grande leader politico. In primo luogo non ritirando le truppe dall’Irak.
La lotta al terrorismo sarà per anni al centro della vita politica dei paesi dell’Occidente. La sinistra italiana ha interesse che in Europa, oltre al carisma di Blair, e oltre al riformismo, esasperantemente lento, eppure costante, di Schroeder, ci sia la statemanship di Zapatero. Ora che si fa più concreta la sua possibilità di ritornare al governo del Paese, é questo il genere di scenari che la sinistra italiana dovrebbe avere davanti agli occhi. Invece, le marce con “pacifisti” a cui non é chiaro se il nemico sia Bush o Bin Laden, confondono le idee a chi guarda, e non le chiariscono a chi vi partecipa.

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