→ settembre 8, 2020

È caduto il muro di Gasparri: teneva separate telecomunicazioni e comunicazioni. E invece la Corte del Lussemburgo dichiara legittimo che un soggetto possa detenere partecipazioni in imprese e di telecomunicazioni e di televisioni. Il TUSMAR (ex legge Gasparri) che lo proibiva non è coerente con la normativa europea. La sentenza mette la parola fine a un tema che ha occupato il dibattito politico fin dalla discesa in campo del Cavaliere, quello del suo “potere esorbitante”. Oltre quindici anni dopo la legge Gasparri pone un limite ai ricavi pubblicitari che un soggetto può trarre nel Sistema Integrato delle Comunicazioni: sarà sufficiente, si chiedevano preoccupati gli antiberlusconiani militanti, per impedire a Mediaset di prendere il controllo di Telecom?
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→ agosto 29, 2020

Se non varrà la legge di Murphy, cioè se TIM manterrà il controllo della rete, con un’importante poltrona di rappresentanza per Open Fiber, avremo finito di mangiare, come da cinque anni a oggi, fibra e ideologie. Ne ho contate cinque: del ritardo nella banda larga; del rischio di sprecare investimenti; della superiorità di una tecnologia; del pregiudizio contro le reti verticalmente integrate; dei fallimenti di mercato.
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→ agosto 23, 2020

Caro Direttore,
che l’on.le Delrio ricordi con nostalgia “le esperienze” fatte durante il governo Renzi con il piano BUL (banda ultra larga) è comprensibile. Del tutto incomprensibile dedurne che “lo Stato debba avere il controllo completo della rete”: il piano BUL diceva infatti il contrario.
Diceva che lo Stato destina risorse economiche in zone a fallimento di mercato, poi identificate in aree disseminate in oltre 7000 Comuni, svincolandole dalla rete di TIM, ritenendo di usare i cavidotti Enel. C’è chi dice che i tre bandi di gara che seguirono fossero pensati per Enel-Open Fiber, che effettivamente li vinse. Numerosi gruppi privati espressero interesse e, se avessero vinto, ora ci troveremmo di fronte a una serie di reti private. Evidentemente la rete unica non era nei piani.
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→ agosto 21, 2020

Intervista di Gianluca Zapponini a Franco Debenedetti
Impossibile per l’ex Telecom rinunciare ad un asset che è insieme core business e garanzia del debito. Se l’esecutivo vuole la società unica faccia entrare Open Fiber in Fibercop ma accettando che la maggioranza resti a Tim, altrimenti lasci competere le due aziende in regime di libero mercato. Qualunque altra strada sarebbe un pessimo segnale all’estero
Che la questione della rete unica fosse complicata era chiaro da tempo. E che le vedute sull’operazione industriale che dovrebbe portare il Paese a dotarsi di una unica realtà infrastrutturale per la banda larga fossero profondamente diverse e varie, anche. Ma oggi lo si è capito una volta di più. Il cammino verso la rete unica è tutto in salita e non tanto perché non si voglia raggiungere il traguardo, sia Tim sia Open Fiber, la fiber company di Stato, sono concordi nella necessità di una società per la rete. Il vero ostacolo è la governance, il comando della futura società. E su questo terreno le differenze tra l’ex monopolista, oggi società privata e buona parte del governo, si confermano abissali.
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→ agosto 20, 2020

La marcia dei 40 mila e il referendum. In due occasioni cercò di rendere l’Italia un paese più europeo
Vedevo Romiti una volta al mese per portargli i conti, quando capitava per una proposta o per un problema, a volte, per guadagnare tempo anche in macchina alla fine della giornata. In Fiat era in corso la razionalizzazione in sette settori autonomi della conglomerata che l’azienda era diventata, un po’ per l’eredità dell’autarchica “Fiat, Terra Mare Cielo”, un po’ quando si trattava di sostenere la motorizzazione post bellica degli italiani. Uscito mio fratello dopo i famosi 100 giorni, Umberto Agnelli mi aveva messo a dirigere il settore “Componenti”, una ventina di aziende, dall’Olio Fiat alla Magneti Marelli. Verso Cesare Romiti ho un debito di riconoscenza: se fu il periodo più di soddisfazione della mia vita lavorativa, è anche per merito suo. Non solo per la sua rapidità e acume nel leggere i numeri, nel capire le situazioni: ma anche perché aveva una caratteristica che raramente ho trovato in altri (e che con alterni successi provato a imitare): ti faceva sentire come se quello che gli stavi dicendo fosse per lui la cosa più importante al mondo. Fu per un disaccordo con lui su una questione di principio che lasciai la Fiat. Fu per me un momento di grande emozione: “Signora – chiamò – porti un bicchier d’acqua all’ingegnere”.
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→ agosto 14, 2020

Il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, Corriere della Sera del 9 agosto, torna sul suo tema preferito: rete telefonica unica e pubblica. Il 13 twitta un ringraziamento a Beppe Grillo che questa preferenza aveva da tempo espresso ed ora riconferma. Ci si chiede: unica perché pubblica o pubblica perché unica? La vogliono pubblica e per questo sarà unica, o unica perché così sarà anche pubblica?
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