→ luglio 15, 2000

I planetari semplificano molto, non sempre mettono tutte le stelle e tutte al posto giusto, però, proprio perché schematizzano, stimolano e fanno riflettere. Noi pensiamo indubbiamente che la candidatura a sindaco del centrosinistra debba scaturire da un percorso ampio, che coinvolga la complessa e diffusa articolazione di interessi e di culture della città. Non si vede perché un percorso di questo genere debba escludere una candidatura come quella di Carpanini. Anzi.
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→ luglio 14, 2000

L’unica ragione per mantenere la manopubblica sulla tv di Stato è garantire il controllo politico
La proverbiale attenzione che il Presidente dell’Autorità per la Garanzia delle Comunicazioni — professor Enzo Cheli — ha per le prerogative del Parlamento, ha fatto sì che nella relazione dí ieri nulla si dicesse sugli interventi legislativi in corso. Neppure un accenno quindi ad un tema assolutamente centrale, quale quello della proprietà della Rai, tema che la liquidazione dell’Iri e l’approssimarsi della fine della legislatura riportano in primo piano. Questo giornale ha già ospitato un testo di Antonio Pilati sulle ragioni economiche per procedere verso la totale privatizzazione (4 luglio); e uno di Carlo Sartori sulle ragioni istituzionali per isolare l’emittente pubblica dalle forze di mercato (8 luglio). Ma quelli che la Rai pone sono in primo luogo problemi politici: e qui si intende ragionare dei problemi politici relativi alla struttura proprietaria.
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→ luglio 13, 2000

Parlare di calcio questa settimana è quasi obbligato. D’altra parte, forse perché sono entrambe forme di competizione, fin dai tempi più remoti sport e politica sono uniti da un filo non solo metaforico. Come il calcio è anche quello che si vive sugli spalti, così la politica non è solo quella che fanno governo e Parlamento, ma anche quella che si fa sui giornali, in televisione.
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→ luglio 6, 2000
E’ stata una mossa giusta nella sostanza e astuta nella scelta di tempo quella con cui Giuliano Amato prendendo tutti di sorpresa ha posto un obbiettivo minimo di 25000 miliardi per i ricavi dalle concessioni UMTS. Insistere nel vendere per 500 Miliardi quello che in Inghilterra è stato venduto per 14.000, in Francia per 10.000 e in Germania per cifre forse ancora maggiori sarebbe stato suicida. Ma la soluzione adottata, l’asta dentro il beauty contest, si sta rivelando un pericoloso trabocchetto.
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→ giugno 29, 2000
L’antitrust è diventato un argomento popolare, ultimamente. La maximulta inflitta ai petrolieri dalla nostra autorità, e la condanna di Microsoft da parte del giudice americano Thomas Penfield Jackson sono due vicende di fortissimo impatto.
In realtà le due vicende sono radicalmente diverse: in un caso ci sono aziende che hanno colluso tra loro per fare un cartello di prezzi, nell’altro c’è un’impresa che rivendica come legittima una politica di prodotto che per il giudice è abuso di posizione dominante; in un caso il rimedio è economico – una multa -, nell’altro strutturale – lo smembramento dell’azienda.
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→ giugno 25, 2000

Nella vicenda UMTS la questione che più ha appassionato il pubblico e occupato gli operatori è stata l’entità delle somme che le aziende dovranno pagare e che lo stato potrà incassare. Di fronte alle stratosferiche cifre realizzate dall’Inghilterra, previste dalla Germania, e ipotizzate per l’Italia, sono passate quasi inosservate le modalità con cui sono state stabilite le regole per il rilascio delle concessioni, e il singolare iter procedurale seguito.
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