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→  settembre 18, 2003

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Tv e giornali: il dibattito sulla legge Gasparri

Contro la legge Gasparri sul sistema delle comunicazioni sono intervenuto in commissione, in aula, e sui media, individuando due principali, gravissimi errori: essersi inventato, per calcolare il tetto antitrust, un Settore Integrato delle Comunicazioni, coacervo di attività ammassate senza logica e senza valutazione economica; aver proposto una “privatizzazione” della RAI che è una presa in giro; aggravati dal fatto di avere addossato alla RAI i costi per l’introduzione del digitale terrestre che dovrebbe consentire a Mediaset di tenersi Rete4.

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→  settembre 10, 2003

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A sostegno delle ragioni di Prodi si schierano due importanti senatori ds: Franco Debenedetti e Stefano Passigli.

L’AIUTO A MILOSEVIC – «La situazione in Serbia era complessa; – spiega Debenedetti – erano anche in gioco interessi politici e industriali di vari Paesi europei e degli Usa.

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→  settembre 5, 2003


b>Quale lezione trarre da Telekom Serbia

“Se è strategico, deve essere carissimo”: era la battuta con cui tra colleghi commentavamo certe iniziative del gruppo Fiat – di cui all’epoca dirigevo uno dei settori. Casi in cui non è la strategia a giustificare la convenienza di un prezzo esorbitante, ma è il prezzo a confermare la validità di una strategia, se ne son visti tanti. Telekom Serbia è uno di questi?

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→  settembre 4, 2003

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Intervista a Il Corriere della Sera

“Privatizzazione totale della Rai” – Franco Debenedetti non ha dubbi: il centrosinistra per riformare il sistema della comunicazione deve partire da lì. Il senatore ds sottolinea di parlare “dal punto di vista di quella che Angelo Panebianco ha chiamato sinistra democratica e riformista”. E aggiunge: “Volenti o nolenti il problema Rai è cruciale. Le scelte vere sono quelle, il resto ne discende”.

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→  agosto 21, 2003


Un museo praticamente incustodito. Ma nessuno protesta

Immaginiamo un museo che abbia, tra le opere esposte, uno dei quadri più importanti del nostro Rinascimento; che non disponga di un deposito bagagli, per cui i visitatori possano – o debbano- aggirarsi per le sale con i loro zaini sulle spalle; che non sia provvisto di catalogo, né di monografie sul grande maestro; che il famoso capolavoro sia contenuto in una teca non particolarmente robusta, che nella sala non ci sia nessun inserviente, come nelle altre d’altronde, tutti trovandosi a chiacchierare nel cortile; e che uno di essi, avvertito da un visitatore della presenza di un paio di turisti aggirantesi muniti di capaci borse, rispondesse che il museo è controllato da un impianto televisivo a circuito chiuso, e di farsi di conseguenza gli affari propri.

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→  agosto 21, 2003

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Caro direttore,

la solitudine che uccide gli anziani, e il caldo che uccide il pianeta, sono, per Sergio Givone (Se l’uomo diventa disumano, Il Messaggero 19 Agosto), due fenomeni diversi sì, ma accomunati dall’essere entrambi frutto non solo di comportamenti umani, ma di una stessa cultura disumanizzante.

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