→ settembre 21, 2010

da Peccati Capitali
Wim Delvoye è belga, disegna e pratica tatuaggi sulla pelle di maiali vivi: dopo la macellazione ritaglia, inquadra e vende. Contestato dagli animalisti, non gli è servito invocare la libertà artistica, ma ha dovuto dimostrare che l’operazione non è espone l’animaletto né a dolore né a rischio sanitario.
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→ settembre 21, 2010

Lettera al direttore
Caro Direttore,
“Se il Cavaliere compera il Corriere della Sera” : il titolo del “sabato” dell’11 settembre di Giovanni Valentini attirava l’attenzione, e gli avevo scritto in via privata e colloquiale. Poiché dedica l’ultimo “sabato” a polemizzare pubblicamente contro un suo personale riassunto di quella lettera, debbo fare alcune precisazioni.
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→ settembre 18, 2010

Lettera al direttore
“We just think it’s important to be aware and always be remembering”, fa dire Jonathan Franzen in “Freedom” all’ebrea Tamara. Una consapevolezza e una memoria che molti, che pur non hanno tutti i nonni ebrei (e magari nessuna nonna), considerano costitutive della propria identità. Per questo, quel “con sangue ebreo” nel pedigree di Sarkozy, sul suo giornale, mi ha colpito “come una stonatura”.
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→ settembre 12, 2010

pag.12
In “Fault Lines” Raghuram G.Rajan analizza con lucidità cause ed effetti della crisi economica.
Il risparmio dei paesi emergenti, o l’indebitamento delle famiglie americane, l’avidità dei banchieri o la cattura dei regolatori, il potere delle banche o il laissez faire di Greenspan: nell’alluvionale pubblicistica sulla crisi ognuno ha il suo bersaglio preferito. Ben venga dunque un modello esplicativo che non si limita alla descrizione ma risale una dopo l’altra alle cause, e connette razionalmente cambiamenti sociali ed economici e comportamenti degli operatori, macro e micro.
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→ settembre 12, 2010

Nella testa dell’amministratore delegato
Il manager in pullover e l’analisi immaginaria del senatore Debenedetti
Ormai mi è chiarissimo: un Edipo grosso come una casa.Lo sospettavo già dalla prima seduta, quando sul lettino continuava a mormorare: “Quello che è bene per la Fiat è bene per il Paese, oppure quello che è bene per il Paese è bene per la Fiat?”. Un’evidente incertezza di ruolo, dovuta allo shock di un’ambigua scena primaria.
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→ settembre 11, 2010

INCHIESTA DI MARIANNA RIZZINI
Il successo del TG di Enrico Mentana dimostra che l’informazione ingessata esiste solo per chi la fa. Il sistema televisivo si autoregola, basta innovare.
Enrico Mentana ha fatto il botto al Tg7 (nove per cento di share con picchi oltre il dieci) e un dubbio sorge spontaneo: non è che bastava mettersi lì e fare televisione (e investire, nel caso dell’imprenditore-editore) per vedere l’anomalia televisiva italiana tirare fuori gli anticorpi per curarsi da sola?
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