Un maestro per Hamas

maggio 6, 2011


Pubblicato In: Giornali, Il Foglio


Gli islamisti di Gaza avevano bisogno del Mozart di Barenboim?

Lettera al direttore

Daniel Barenboim non è stato il primo ad eseguire musiche di Wagner in Israele dopo la guerra. Vent’anni prima di lui, nel 1981, fu Zubin Mehta e eseguire a sorpresa brani dal Tristano e Isotta: non accadeva, in terra di Israele, dal 1938, con Toscanini sul podio. E’ in contraddizione chi da un lato chiede di non bandire la musica di Wagner per l’uso ideologico che ne fece il Terzo Reich e dall’altro usa egli stesso la musica a fini ideologici: come ha fatto Barenboim a Gaza.

Si deve peraltro ricordare che Richard Wagner era un rabbioso antisemita, odiava Meyerbeer e Mendelssohn, scriveva della “ripugnanza spontanea che suscita in [lui] la personalità e l’indole ebrea”; grazie anche al contributo di suo genero Houston Chamberlain, Bayreuth divenne il centro di un antisemitismo virulento. Come documenta Arnaldo Benini (“Thomas Mann, Jacob Wassermann e la questione ebraica”) la sproporzione tra il Wagner germanofilo e il Wagner musicista è rivelatrice di quanto la storia dell’antisemitismo sia un pezzo rilevante di storia culturale tedesca.

La risposta di Ferrara
Nel libro di Filippo Facci, “Misteri per orchestra”, appena edito da Mondadori, c’è una succosa ricostruzione dinastica del wagnerismo familiare, antisemitismo compreso.

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Il Foglio, 05 maggio 2011

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