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Archivio per il Tag »SME«

→  ottobre 8, 2013


Le privatizzazioni sono ancora argomento divisivo. Le vicende Alitalia e Telecom sono state occasione di riaprire la discussione, per alcuni sul modo in cui si è privatizzato, per gli irriducibili sul fatto stesso di avere privatizzato. Eppure son passati più di vent’anni. Vuol dire che la vicenda tocca questioni di fondo, il ruolo dello stato nell’economia, il rapporto tra politica e industria, la struttura del nostro capitalismo. Quando abbiamo privatizzato, si parlava di debito da ridurre, di base industriale e finanziaria da ampliare, di più ampi orizzonti strategici e di maggiore efficienza gestionale da dare ai campioni nazionali. L’uscita dello Stato dalla gestione diretta di attività economiche pareva una conseguenza: ne è la ragione prima.

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→  gennaio 19, 2001


Accanto alla memoria «politica» di Bettino Craxi — lo statista dell’anticomunismo, dell’abolizione della scala mobile, di Sigonella, il Presidente del Consiglio ammirato da Bruno Visentini, che fu mi-nistro nei suoi Governi, e si sa quanto il Professore fosse parco nel dispensare la sua ammirazione — c’è in me una memoria personale, legata alla vicenda SME, che io vissi dalla parte opposta, essendo all’epoca vicepresidente della Cir.

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→  novembre 24, 1996


Il regresso della lira nello Sme è un nuovo coerente segnale della volontà di Tesoro e Bankita­lia di rassicurare i mercati sul proposi­to italiano di partecipare fin dall’inizio al club dell’Euro. La richiesta italiana si basa su un presupposto innegabile: la discesa dell’inflazione è risultata più rapida di quanto si osasse sperare, è un fatto positivo di straordinaria rilevan­za. Su questa base si può sperare in un ulteriore ribasso dei tassi di interesse e dello spread Btp-Bund. Basta questo per dire che siamo tornati ai mitici an­ni Sessanta? Sbaglia chi lamenta un ec­cesso sul versante fiscale e un difetto su quello dell’offerta, del mercato e della concorrenza? Questo è l’interrogativo da cui deve partire chi, come me, in questi giorni ha avanzato tali critiche, pur essendo sostenitore del rigore. Per risultare più chiaro, restringo i riferi­menti a due articoli apparsi su “Repub­blica”, il primo di Lucio Villari e il se­condo di Giuseppe Turani.

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