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→  luglio 15, 2012


L’Italia delle elitè

L’Italia è un Paese con una forte tradizione di realismo politico, da Machiavelli a Mosca. La teoria delle élite ne è forse la più compiuta testimonianza. E nello stesso tempo l’Italia è un Paese che ha un rapporto di odio e amore con le proprie classi dirigenti, di cui Carlo Galli identifica un tratto essenziale nella«riluttanza», intesa come «cinismo, apatia, mancanza di cultura, sottovalutazione del ruolo necesario della politica o della sua funzione universale». Delle élite che non vogliono più essere tali è stato garante Berlusconi. In questa nuova motivazione per condannare il berlusconismo sta l’originalità del libro.

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→  ottobre 13, 2011


di Paolo Conte

Ma i militanti si dividono: «Giusto». «No, sei vecchio» Ha cambiato il rapporto tra tecnologia e vita quotidiana, ma noi siamo per il software libero


Quel «Ciao Steve» sulla mela Apple colorata col simbolo di Sinistra e libertà su sfondo nero, apparsa ieri su molti muri di Roma, ha aperto una ferita nell’ anima di Sel. Da una parte l’ Area metropolitana di Roma, autrice del manifesto, guidata dal segretario Giancarlo Torricelli. Dall’ altra lui, Nichi Vendola, il presidente nazionale eletto un anno fa dai 1.500 delegati nazionali al congresso fiorentino. All’ unanimità. Vendola, per prendere le distanze da Torricelli e dal suo necrologio pubblico per Jobs, emette un comunicato diramato alle agenzie e collocato sul sito del partito: «Il genio di Steve Jobs ha cambiato in modo radicale, con le sue invenzioni, il rapporto tra tecnologia e vita quotidiana. Tuttavia fare del simbolo della sua azienda multinazionale – per noi che ci battiamo per il software libero – un’ icona della sinistra, mi pare frutto di un abbaglio». Proprio così, scrive Vendola: un abbaglio. Ma non basta, segue una vera sconfessione: «Penso che il manifesto della federazione romana di Sel, al netto del cordoglio per la scomparsa di un protagonista del nostro tempo, sia davvero un incidente di percorso. Incidente tanto più increscioso in quanto proprio in questi giorni nella mia Regione stiamo per approvare una legge che, favorendo lo sviluppo e l’ utilizzo del software libero segna in modo netto la nostra scelta». Dunque, un incidente increscioso. Una scomunica. Ma la base non condivide con la stessa unanimità del congresso fiorentino. Anzi. Vendola ha pubblicato il suo testo sulla sua pagina personale su Facebook scatenando reazioni fortissime. Concetta Alessandra Colavecchio ironizza: «Pentirsi di un manifesto funebre. Questa mi mancava». Mauro Spinelli Gentile si rivolge con un rispettoso «lei» al «presidente Vendola» per una durissima contestazione: «Tenga presente che un suo post come quello sopra rende benissimo l’ idea del perché ci troviamo con Berlusconi al governo e ancora non ne veniamo fuori». C’ è chi entra nel merito delle scelte di Vendola proprio in materia informatica, per esempio Marco Furia: «La cosa ridicola è che Vendola ha dichiarato di essere a favore dell’ open source quando invece ha stipulato una convenzione per la Regione Puglia con Microsoft!!! Chiaro???». Claudio Bacchetti invece si dichiara semplicemente «d’ accordo con Vendola». Anche Matteo Rapone appoggia Vendola e contesta anche gli spazi irregolari usati da Sel di Roma: «Vorrei i nomi degli autori dell’ iniziativa e vorrei anche che si autosospendessero dal partito. Se fossi iscritto nella sede romana, nonostante l’ intervento di Vendola, avrei dato indietro la tessera. È una caduta di stile e una str…, a prescindere di come la si pensi su Jobs. Tanto più che i manifesti sono anche abusivi, che schifo!». Forse Vendola non si aspettava di sentirsi accusato, proprio lui, di passatismo. E invece, ecco Gianfranco Ciavarella: «Delle volte sei afasico, pesante, vecchio! Software libero? Va benissimo esattamente come va benissimo essere liberi di acquistare quello di Jobs, non credi? Battaglie dell’ Ottocento esattamente come quelle della Confindustria. Siete l’ uno il negativo dell’ altra». Fabrizio Benassi implora l’ indicazione di altri modelli: «Ditemi allora un’ icona di sinistra, che sia però costruttiva e propositiva e che non nasca e non sia solo il figlio illegittimo del “cattivo” di turno. Forse Carlin Petrini. Per le altre icone candidate si accettano suggerimenti…».

→  maggio 26, 2011


Dopo la sconfitta alle amministrative Berlusconi dovrà cedere? Secondo l’ex senatore Franco Debenedetti non subito, ma presto. Debenedetti critica l’opposizione, di cui ha fatto parte: questa, invece di proporre riforme, demonizza Berlusconi. E così l’Italia continua a retrocedere. Intervista: Francesco Benini

Dopo le pesanti perdite che i partiti del centro destra hanno subito alle votazioni amministrative all’inizio della settimana, cadrà il governo Berlusconi?
E’ evidente che siamo giunti al termine di un ciclo. Il berlusconismo è giunto alla fase finale. E come accade quasi sempre, alla fine di un’epoca gli avvenimenti accelerano. Però non credo che in Italia ci saranno prossimamente elezioni. Più probabilmente nel 2012.

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→  gennaio 8, 2011


Dal PD ostaggio della Cgil, ai partiti che condizionano gli operai.

In primo luogo, e a prima vista, il “caso Fiat” è essenzialmente una questione sindacale: CISL e UIL contrapposte frontalmente a FIOM, CGIL impegnata nell’acrobatico esercizio di distinguersi da questa senza uniformarsi a quelle e i partiti nel tentativo di dare una risposta politica ai problemi che il “caso” ha sollevato. Ma é davvero questa la dinamica della vicenda? Per quanto riguarda il PD, i problemi del ciclone Marchionne si abbattono sul partito in un momento particolarmente critico: la questione sindacale funge da detonatore di una partita politica. Sostenere che alla base dell’irrigidimento della FIOM ci sia il disegno politico di far precipitare l’evoluzione del PD, di arrivare allo show down tra chi vorrebbe spostare il partito a sinistra e chi invece vede nel centro i suoi naturali alleati, è probabilmente azzardato. Ma è certo che, “oggettivamente”, esso agisce in quella direzione.

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→  dicembre 29, 2010


di Angelo Panebianco

C’è qualcosa che accomuna l’opposizione della Fiom all’accordo Fiat-sindacati su Mirafiori e quella del Partito democratico alla riforma Gelmini dell’università, appena varata dalla maggioranza di governo. Sono le due più recenti manifestazioni di quella strenua difesa dello statu quo in qualunque ambito della vita sociale, politica, istituzionale, che è ormai da tempo la più evidente caratteristica della sinistra italiana, nella sua espressione sindacale come in quella politico-parlamentare. Si tratti di scuola, di rapporti di lavoro, di magistratura, di revisioni costituzionali o quant’altro, non c’è un settore importante della vita associata in cui il conservatorismo della sinistra non si manifesti con forza.

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→  dicembre 24, 2010


La vera distinzione è tra conservatori realisti e radicali sentimentalisti

I numeri non bastano per avere rilevanza politica. Lo si è visto in occasione della battaglia politica per sfiduciare il Governo: è vero, come ha detto Bersani e ribadito D’Alema, che i voti del PD sono comunque necessari per mandare a casa Berlusconi, ma dato che quella battaglia è stata tutta interna al centrodestra, ad essere evidente è stata l’irrilevanza politica del PD.

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