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→  gennaio 21, 2002


“O si cambia o colpiremo uniti” hanno detto i sindacati a Palermo

“O si cambia o colpiremo uniti” hanno detto i sindacati a Palermo domenica scorsa, e contro le proposte del governo su licenziamenti e pensioni hanno annunciato fitti scioperi. Una dura sconfitta per il Ministro Maroni che per corteggiare CISL e UIL e dividere il fronte sindacale si era imposto anche a Tremonti rinunciando a rivedere le pensioni di anzianità e al secondo tempo della riforma.

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→  maggio 11, 2000


Se fosse vero quello che ambiguamen­te fanno intendere i sindacati, e cioè che con il referendum si legalizzano i licenziamenti ingiustificati, ovviamente voterei No. Invece così non è, il divieto di licenziamenti antisindacali o discriminatori rima­ne in vita esattamente come prima; abrogando l’arti­colo 18 dello Statuto dei lavoratori si leva solo ai giu­dici il compito di stabilire se è vero o no che un’azien­da non ha più lavoro da dare, e quindi il potere discre­zionale di ordinare il reintegro del lavoratore licenziato: magari dopo due anni di incertezze per tutti.

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→  dicembre 4, 1994


L’appello

Il premio nobel Franco Modigliani, Paolo Sylos Labini, Maria Baldassarri, Romano Prodi e Franco Debenedetti chiedono entro giovedì prossimo adesioni presso il Corriere della Sera alla seguente dichiarazione:

“Lo stralcio delle misure di riordino previdenziale, concordato tra governo e sindacato, elimina dalla manovra finanziaria l’unico intervento strutturale e lungimirante, e cioè quelle misure che miravano a ristabilire l’equità intergenerazionale, lungamente trascurata dai regimi precedenti. Le misure necessarie erano ben note ed erano state recepite seppur frettolosamente nel programma del Governo. Sarebbe stato necessario affiancare alla riforma previdenziale altre misure per correggere il vero difetto della legge, quello di far gravare gran parte della riduzione del fabbisogno sui pensionati. Invece Governo e sindacati hanno scelto di abbandonare la riforma unendosi in un patto miope contro le generazioni future, che non votano e non scendono in piazza. Analogo discorso vale per i problemi di sanità e istruzione, colposamente trascurati. È essenziale che governo sindacati e Paese non rinviino ulteriormente ma portino a conclusione il discorso che avevano saggiamente aperto, invece di riprendere la disastrosa politica del rinvio”

Franco Modigliani, Paolo Sylos Labini, Maria Baldassarri, Romano Prodi, Franco Debenedetti