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Archivio per il Tag »referendum«

→  febbraio 22, 2022


Al direttore.
Hanno dichiarato non ammissibile l’omicidio del consenziente. E quello dell’implorante?

→  agosto 15, 2020


Campagna per il no! al referendum costituzionale del 20-21 settembre 2020.

“C’è chi dice no! al taglio della democrazia” – Apertura della campagna del Partito Radicale contro il taglio dei parlamentari”.

→  novembre 2, 2016


Al Direttore.
Questo referendum del 4 dicembre è come un fruttivendolo che offre ad una massaia un cesto di mele: ce ne sono alcune belle ed appetitose, alcune marce schifose, alcune così così. La massaia perplessa chiede quanto costa? Il fruttivendolo risponde: niente. Ma c’è una condizione: le deve mangiare tutte, nessuna esclusa.
Elio Culot.

Elio Culot non la conta tutta sul fruttivendolo, la massaia e le mele. Se compera il cesto di mele – aggiunge il negoziante – quelle più “marce e schifose” potrà trovare il modo di scartarle. Se non lo compera, dovrà per forza mangiare quest’altro cesto. Le mele “marce e schifose” sono tante, e quelle che ancora non lo sono, lo diventeranno: perché durerà almeno vent’anni.
Franco Debenedetti.

→  ottobre 20, 2016


Al Direttore.

Monti dice no, ma potrebbe aiutare il sì. Obama dice sì, ma potrebbe essere un boomerang. Quanto a me, cito a memoria: “Il vostro linguaggio sia sì, sì. Il resto è del demonio.”

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→  ottobre 7, 2016


Quando abbiamo sentito dire (da Gustavo Zagrebelsky nel duello televisivo con Matteo Renzi) che perfino il verbo “vincere” applicato alle elezioni non è tanto appropriato, e che l’impossibilità di far mancare il numero legale alla settima votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica è un vulnus ai diritti delle minoranze: allora abbiamo avuto la conferma che la vera posta in gioco in questo referendum è l’alternativa maggioritario – proporzionale.

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→  luglio 27, 2016


Il dibattito e le idee. Tra riforma istituzionale e legge elettorale.

Diverse persone, anche autorevoli, dichiarano il proposito di votare contro una riforma istituzionale che pure apprezzano, a causa di una legge elettorale da cui dissentono: qual è la ragione di un comportamento che finisce per condannare ciò che piace senza eliminare ciò che non piace? È perché ben sanno che con il no al referendum si andrebbe incontro a una destabilizzazione di cui non si vede l’esito, ma non vogliono essere confusi con quelli che votano no solo per buttar giù Renzi? O è perché temono una svolta autoritaria, ma vogliono distinguersi da quanti vorrebbero affossare tutto, riforma e legge?

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