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Archivio per il Tag »produzione«

→  maggio 24, 2012


Si sente parlare di piano per la crescita e si pensa a fiumi di soldi. Chi soffre sotto il peso della crisi chiede ai politici di fare qualcosa; questi vorrebbero annunciare qualcosa di concreto e rapido, tanti soldi in poco tempo. Così nasce la grande mistificazione.

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→  gennaio 19, 2011


Sette per cento: quando si scriverà la storia della vicenda del contratto di Mirafiori e delle polemiche che l’hanno accompagnato, bisognerà ricordare la vicenda di questo numeretto. Menzionato da Marchionne, se ben ricordo, qualche anno fa in una presentazione all’Unione Industriali di Torino (allora era Termini Imerese al centro delle polemiche), ripresa adesso (azzardo: per primo da Luciano Gallino?), rimbalzata in autorevoli commenti, é riaffiorata perfino nella straordinaria intervista che Sergio Marchionne ha rilasciato a Ezio Mauro. Se “il lavoro” conta così poco, sembra essere il ragionamento, perché accanirsi tanto a ridurlo? Se la minaccia è la concorrenza di paesi dove il lavoro costa meno, proprio lì bisogna colpire, a costo di ridurre i nostri operai nelle condizioni di quelli cinesi?

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→  maggio 6, 1999


La contingenza pre-contrattuale può giustificare che si alzino i toni; ma se le analisi sono tanto semplificatrici da apparire rozze, il risultato nuoce alla credibilità stessa di chi le enuncia.
Stiamo parlando, come si sarà capito, della recente intervista di Sergio Cofferati “Un capitalismo egoista sta fiaccando l’economia” (La Repubblica, 4 maggio ). Sarebbe fin troppo facile ribattere ricordando quanta responsabilità sindacale ci sia nei vincoli che ostacolano lo sviluppo, dalla flessibilità alla burocrazia centrale e locale, dai trasporti alla scuola. Ma il problema posto da Cofferati é un altro e va affrontato con serietà non fosse altro perché il suo “senza qualità” sembra riecheggiare, sia pure con toni e accenti assai diversi, il “senz’anima” pronunciato pochi giorni fa da Carlo Azeglio Ciampi.

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→  febbraio 17, 1999


Enel, la vittoria del monopolio

Entro il 19 febbraio il governo avrà dovuto recepire la direttiva comunitaria sulla liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica: per quella data dovrà fissare i principali paletti di un processo iniziato da quando sette anni fa, precisamente nel febbraio 1992, la commissione europea avanzò la prima proposta. A quanto riferiscono i giornali, queste dovrebbero essere le decisioni sui tre punti chiave.

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→  marzo 1, 1995


Nel chiuso dei ministeri, al riparo di un’improvvida delega, senza discussione in sede politica, il governo pare avere ormai deciso le modalità di privatizzazione dell’Enel. Le ragioni di coloro che sostenevano doversi cogliere l’occasione della privatizzazione per introdurre concorrenza nel mercato non solo non sono state sottoposte a confronto, ma vengono tacitate con considerazioni di politica generale: la data delle elezioni per decidere dell’assetto di un settore fondamentale per un paese industriale.
Ma, si dice, c’è uno stato di necessità: la difesa della lira richiede di procedere a un’immediata privatizzazione. Per questo scopo, il candidato ideale è l’Eni, non l’Enel: minime le modifiche da apportare al regime concessorio, nessuna interferenza con l’istituzione delle Autorità di settore, favore degli investitori istituzionali: lo dice un personaggio esperto ed autorevole come il professor Giavazzi.

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→  febbraio 19, 1994


I disoccupati in Germania hanno superato il limite dei 4 milioni, il massimo livello dal dopoguerra, una cifra che, in valore assoluta, ricorda la grande depressione: la disoccu­pazione (come ha detto ieri Jac­ques Delors), è un problema eu­ropeo. E di natura strutturale: attiene allo sviluppo tecnologi­co, alla competitività della spe­cializzazione tecnologica euro­pea, alla globalizzazione dei mercati, all’apertura dei Paesi dell’Est, alle rigidità noir adattate la nostra struttura indu­striale e sociale alle dure nuove realtà.

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