→ novembre 8, 1997

Per mesi i lavori della Bicamerale sono stati bloccati dallo scontro sulla giustizia. La battaglia per la legalità annega il paese in un torrente di polemiche che non trova soluzione né a Milano né a Roma, né a Palermo. E’ la croce dolorosa dell’irrisolta transizione italiana.
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→ ottobre 25, 1997

Per non aprire la crisi, Bertinotti aveva anche avanzato la richiesta di rinviare sine die la privatizzazione di Eni; ancora per il 51% in mano pubblica, e di Enel, totalmente dello Stato. Nei commenti, questa richiesta passò in secondo piano rispetto a quella più “scandalosa” della riduzione di orario a parità di salario. Poi c’è stato il successo dell’offerta pubblica per Telecom, la maggiore in Europa fino a questo momento. Come dire che, quanto a privatizzazioni, ci si debba per il momento accontentare. Non è così: rinviare la vendita di Eni ed Enel sarebbe un fatto grave, per tre ordini di motivi che riguardano rispettivamente i consumatori, la nostra economia, il Governo stesso.
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→ ottobre 17, 1997

La ricomposizione della crisi è un fatto positivo: ma il prezzo pagato è chiaro ed è duplice. Sul piano degli equilibri politici, ha sicuramente ragione Prodi a sostenere che «il governo è lo stesso e non ha cambiato natura»; tuttavia osservatori interni ed internazionali dei più diversi orientamenti hanno concordemente rilevato che a mutare segno è stata la coalizione, accentuando ancor più il peso della componente di sinistra. Sul piano dei contenuti stanno l’accettazione, sia pure rinviata nel tempo e rimandata alla contrattazione tra parti sociali, del principio della riduzione dell’orario a parità di salario, e la rinuncia a incidere sul nodo previdenziale. Quanto agli altri due punti – il rinvio sine die delle privatizzazioni di Enel ed Eni, e la nuova missione per l’Iri – è un mistero se il governo si riterrà vincolato alle promesse fatte da Prodi o se si avvarrà del silenzio osservato a crisi risolta.
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→ settembre 19, 1997

Risposta alla lettera di Ida Vana, presidente Api Torino e Provincia.
La relazione tra ospitare la sede dell’Autorità ed acquisire per questo il titolo di «polo di sviluppo industriale delle telecomunicazioni» non sussiste: a meno che non si intenda trasferire per legge a Torino le sedi di Telecom, Mediaset e Pirelli. Chiarissima invece è la relazione tra le decisioni che l’Autorità assumerà e lo sviluppo del settore: e su questo non c’è, spero, alcun dissenso con gli amici dell’Api.
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→ settembre 16, 1997

Autorità per la comunicazione
A scanso del richio di essere frainteso, diro’ subito che ritengo che la candidatura di Torino ad ospitare la nuova Autorita’ di regolazione delle Comunicazioni sia la migliore, e che saro’ molto lieto se Torino sara’ la sede prescelta. Anche se lo sono per ragioni alquanto diverse da quelle che sono state illustrate in occasione della presentazione ufficiale della candidatura avvenuta stamane nella Sala Rossa.
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→ agosto 26, 1997

Con la pubblicazione sulla “Gazzetta Ufficiale” delle procedure per la costituzione del nucleo stabile, si è aperta la fase finale della vendita di Telecom.
Il risultato è prevedibile: quote di capitale molto frazionate, divise tra istituzioni finanziarie e qualche industriale, il chip assicurativo di qualche player mondiale, sempre che la gazzarra protezionistica non lo faccia dileguare.
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