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→  agosto 11, 2010


A Melfi il giudice del lavoro ha annullato i licenziamenti intimati dalla Fiat ai tre sindacalisti della Fiom accusati di aver compiuto atti di ostruzionismo per bloccare il processo produttivo durante uno sciopero. Cosa ne pensa?
Commentare una sentenza senza conoscere le difese delle parti e le risultanze istruttorie sarebbe scorretto.

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→  luglio 26, 2010


di Pietro Ichino

I criteri che Marchionne segue nella dislocazione degli investimentisono gli stessi seguiti dalle altre multinazionali – urge che ci chiediamo che cosa impedisce all’Italia di attirare il meglio dell’imprenditoria mondiale e incominciare a curare il nostro “male oscuro” alla radice.

Prendersela con Marchionne non ha molto senso. Non è solo la Fiat ad “andare in Serbia”: dobbiamo chiederci perché anche le grandi multinazionali, quando devono decidere i loro nuovi insediamenti, oggi tendano per lo più a stare alla larga dal nostro Paese.

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→  luglio 12, 2010

Finchè il nostro sistema delle relazioni industriali non sarà in grado di darsi una regola di democrazia sindacale, sarà indispensabile un intervento del legislatore, in via sussidiaria, per impedire che il dissenso tra sindacati sia fattore di paralisi

Quella che segue è una bozza (11 luglio 2010) di intervento legislativo, tratta in parte (art. 1) dal testo unificato dei disegni di legge in materia di partecipazione dei lavoratori nell’impresa, sul quale si era registrato un anno fa un ampio consenso bi-partisan in seno alla Commissione Lavoro del Senato, poi però “congelato” a seguito dell’avviso comune sollecitato dal ministro del Lavoro alle parti sociali nell’autunno scorso. Sulla necessità di questo intervento v. il mio articolo – Che cosa può fare davvero la politica per i lavoratori di Pomigliano – pubblicato sul Corriere della Sera il 28 giugno 2010

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→  luglio 12, 2010

di Pietro Ichino

A Pomigliano i fatti confermano le buone ragioni di una rivendicazione storica della CGIL: quella di un sistema di misurazione della rappresentatività nelle aziende, che realizzi il principio di democrazia sindacale – oggi quella riforma, attuaa con accordo interconfederale o in via sussidiaria per legge, consentirebbe alla FIAT di attuare il suo piano e alla CGIL di rimanere parte del sistema di relazioni industriali nello stabilimento campano, pur non sottoscrivendo l’accordo

Quando, nel 2001, Fim-Cisl e Uilm-Uil firmarono senza la Fiom-Cgil il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, Sergio Cofferati – allora segretario generale della Cgil – disse: “Non contesto la firma separata in sé; contesto che il contratto firmato da una parte soltanto dei rappresentanti dei lavoratori si applichi a tutti i lavoratori interessati, senza che venga misurata la rappresentatività di chi firma e quindi senza che si applichi un elementare principio di democrazia sindacale”.

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→  giugno 28, 2010


di Pietro Ichino

Caro Direttore, senza la firma di tutti i sindacati, alcune parti cruciali dell’ accordo di Pomigliano perdono ogni utilità pratica: proprio quelle su cui la Fiom-Cgil pone il veto. Chiedere a Marchionne di andare avanti lo stesso significa di fatto chiedergli di accettare quel veto; e significa, soprattutto, chiudere gli occhi su di un difetto grave del nostro sistema di relazioni industriali.

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→  giugno 15, 2010


di Pietro Ichino

Mi sembra che un rifiuto di sottoscrivere l’accordo proposto dalla Fiat a Pomigliano dovrebbe trovare motivazioni diverse rispetto a quelle che vengono addotte dalla Fiom-Cgil, fondate essenzialmente sulle clausole in materia di malattia e di sciopero: clausole che mi paiono entrambe molto ragionevoli e comunque non contrastanti con la legge oggi vigente in Italia.

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