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Archivio per il Tag »par condicio«

→  aprile 6, 2006

il_riformista
DAY AFTER 1 – Che cosa fare sul mercato radiotelevisivo

La Gasparri ha scelto di abbassare le barriere d’ingresso. Oggi sono entrati nuovi attori e sono aumentate le regole antitrust. Adesso si tratta di completare il processo e migliorare la legge.

Davvero è da buttar via per ricominciare daccapo? Si parla della Gasparri, la legge 112/04 per il riassetto del sistema radiotelevisivo, rispetto alla quale alcuni nel centrosinistra hanno manifestato propositi demolitori.

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→  febbraio 10, 2000


La televisione sposta il voto del 7-8% degli elettori, scrive Renato Mannheimer (Politica e TV, Corriere della Sera di lunedì); la notizia viene ripresa dal Giornale (L’Esperto: “Grazie alla RAI la sinistra aumenta i voti”, martedì 8 Febbraio); chissà quante volte la sentiremo citare, incominciando dal prossimo dibattito in Senato sulla par condicio. Avallata da un parere così autorevole, a forza di essere ripresa e ripetuta, rischia di diventare un “fatto”: come le cento parole che avrebbero gli esquimesi per indicare la neve.

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→  settembre 9, 1999


Forse perché era la mia prima, ma io ricordo bene la campagna e­lettorale del 1994: noi, i Progressisti della «gioio­sa macchina da guerra», ad accusare Berlusconi di essere «sce­so in campo» per difendere le sue aziende, e ad alzare il tiro contro il pericolo del Grande Fratello che corrompe e coarta la volontà degli elettori; e Bossi .i garantire che, al primo accen­no di scorrettezze da parte del suo alleato», gli avrebbe ficca­to dove si meritava «una bella legge antitrust». A leggere quel­lo di cui si sta discutendo in que­ste settimane, sembra che sei an­ni siano passati invano.

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→  agosto 22, 1999


Il Senatore al Direttore di La Repubblica

Caro Direttore,

è stato un vero piacere leggere come Andrea Manzella ( “Spot in TV ed elezioni: il governo ha sbagliato” La Repubblica del 19 Agosto) illustra, con cultura e dottrina, le ragioni dell’opposizione al disegno di legge governativo cosiddetto della “par condicio”. Sullo specifico quindi nulla da aggiungere. Piuttosto c’è un altro tema che viene toccato, non strettamente necessario alla “dimostrazione”, ma che presenta connessioni logiche che val la pena approfondire.

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→  agosto 8, 1999


Se si trattasse solo di regolamentare la comunicazione politica in campagna elettorale, sulla par condicio non si sarebbe certo acceso il dibattito che continua a divampare. Ora che il testo del disegno di legge governativo è disponibile, si constata che esso non è né meglio né peggio dei tanti che arrivano alla discussione parlamentare – e, ad essere obbiettivi, neppure di tanti che ne escono.

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→  febbraio 3, 1995


Un qualunque ragionamento sui media finisce, quando non incomincia, con un richiamo, solenne o appassionato, all’obbiettività nel dare le notizie. Discorso antico: Umberto Eco, parlando martedì sera, ospite della Presidenza del Senato, su “Stampa e mondo politico oggi” ricordava come il tema fosse stato oggetto di un convegno ancora negli anni 60: l’unica notizia obbiettiva, si diceva già allora, sarebbe il bollettino meteorologico; la selezione stessa delle notizie da dare, il giustapporlo nell’impaginazione determinano il modo con il quale la notizia viene percepita; all’estremo opposto la sovrabbondanza delle informazioni ne determina praticamente una casuale selezione. Si dimostra così come sia impossibile realizzare quell’imparzialità e obbiettività che pure costituisce, nella mente di tanti, il punto ideale cui dovrebbe tendere l’informazione.

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