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→  aprile 3, 2012


dalla rubrica Peccati Capitali

Nata dalla fusione delle aziende elettriche di Brescia e di Milano, a2a è una delle più importanti utility italiane, con posizioni rilevanti nel campo di energia elettrica, gas, acqua, teleriscaldamento, trattamento rifiuti. Per questo fa sognare i politici: che si aspettano che possa fungere da nucleo aggregatore delle altre grandi utility, per formare un’Enel municipale da affiancare all’Enel statale, oppure che difenda l’italianità nella complicata vicenda Edison.

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→  ottobre 28, 2011



Il lavoro perduto e ritrovato
a cura di Gianni Vattimo, Pasquale Davide de Palma, Giuseppe Iannantuono
Edizioni Mimesis, 2012
pp. 259



Intervento di Franco Debenedetti

E’ opinione corrente che il contesto in cui opera l’industria della conoscenza sia caratterizzato da un aumento della complessità, in misura tanto cospicua, qualitativamente e quantitativamente, da rappresentare una discontinuità rispetto al passato; e che questa discontinuità debba essere affrontata con una corrispondente discontinuità nei metodi di gestione dell’impresa. Nella lettura che qui si propone, è rispetto al proprio presunto ordine, che le organizzazioni percepiscono come disordine, l’irrompere dei lavoratori della conoscenza. Invece di scrivere un altro capitolo di luoghi comuni delle teorie gestionali, si delinea una prospettiva che usa la conoscenza stessa per superare la complessità.

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→  settembre 29, 2011


Si poteva trasformare la banca in un’azienda “normale” in cui chi mette i soldi sceglie il management.

Soluzione gattopardesca: BPM adotta la governance duale, ma ad avere il controllo con circa il 4% del capitale è sempre l’associazione che può contare sui voti dei dipendenti. Sono loro che nominano il Consiglio di Sorveglianza e quindi indirettamente il Consiglio di Gestione. Il Consiglio di Sorveglianza non può dare indicazioni strategiche, ma solo pareri non vincolanti. Quanto vincolanti invece continueranno ad essere le indicazioni degli “Amici” su ciò che più conta, promozioni e carriere, il comunicato pudicamente non dice: non è il caso di parlare di quello che non cambia. Valeva la pena discutere fino a mezzanotte?

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→  settembre 20, 2011


Al direttore

Tra fini e mezzi, almeno uno dei due dovrebbe essere giusto. Invece nello scambio “prestito forzoso contro privatizzazioni”,
ipotizzato da Fitoussi e Galateri sul Corriere e ripreso da Rebecchini sul Foglio, fini e mezzi sono intercambiabili, entrambi essendo finti: il prestito è una patrimoniale camuffata, la vendita uno stratagemma per non vendere.

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→  maggio 21, 2011


Che cosa deve fare un’azienda per essere in regola con la legge in tema di infortuni?

E’ un problema rilevante, sul piano giuridico e su quello economico, quello che la vicenda Thyssen pone, oltre alla commozione per un fatto così atroce, e alle polemiche per una sentenza così controversa.

La legge (art 2087 CC) che definisce l’obbligo a carico dell’imprenditore di garantire la sicurezza del lavoro é una norma «aperta»: l’obbligo si arricchisce via via di tutte le misure che la tecnologia offre e l’esperienza suggerisce, facendo riferimento allo standard più elevato praticato in un Paese dell’Unione, come ora precisa la norma comunitaria.

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→  aprile 28, 2011


di A. PI.

Il mercato ha dato un titolo al caso Parmalat: il nuovo Papocchio. Senza voler togliere nulla all’esordio da regista di Renzo Arbore negli anni 8o, gli sviluppi politico-finanziari della scalata al gruppo di Collecchio sarebbero perfetti per la trama di un film tragicomico. Si voleva impedire ai francesi di conquistare la Parmalat, ma invece di bloccarli al loro 29% li si costringe a prendere il 100%. Si voleva creare una cordata industriale italiana alternativa a Lactalis, e invece nella migliore delle ipotesi si costringerà la Cdp a convivere con il gruppo francese in una holding franco-italiana senza logica industriale e soprattutto nazionale. Non solo: se passerà, come si dice, l`idea che i francesi dovrebbero lanciare ‘Opa non a 2,6 euro, ma a 2,8 euro perchè questo è il prezzo più alto pagato perglí acquisti di titoli, allora oltre al danno ci sarà anche la beffa.

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