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→  agosto 28, 2019


“Crediamo nel libero mercato come il mezzo migliore per produrre lavoro, un’economia forte e sostenibile, innovazioni, un ambiente salubre, opportunità economiche per tutti.[…] Le nostre aziende hanno ciascuna il proprio scopo, noi condividiamo il nostro impegno verso tutti i nostri stakeholder” Così il documento della Business Roundtable del 19 Agosto 2019. E così continua: “siamo impegnati a fornire beni di valore ai nostri clienti, a investire nei nostri dipendenti, a trattare correttamente con i nostri fornitori, a sostenere le comunità in cui lavoriamo, a produrre valore di lungo termine per i nostri azionisti”. Seguono le firme autografe degli oltre 180 CEO, tra cui quelli di Apple, Pepsi, Walmart (https://opportunity.businessroundtable.org/ ourcommitment/).

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→  dicembre 11, 2018


di Ferruccio De Bortoli

La nostalgia del pubblico padrone e salvatore (Alitalia, ma anche Enel-Open Fiber)fa il paio con l’incapacità governativa di seguire le catene di valore (taglio degli incentivi 4.0). Ma la piccola industria, unico soggetto di cui i gialloverdi si sentono alfieri, ora si ribella. Teme l’oblio e gli appetiti esteri, che userebbero i nostri guai per comprare a prezzi di saldo

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→  dicembre 9, 2018


Al direttore.

Giovedì sera Marco Travaglio, dalla posizione sovrastante di cui gode a “Otto e Mezzo”, pontificava con tono perentorio sull’inutilità della Tav – “passerà solo qualche treno merci semivuoto” – e quindi ne sanciva le definitiva cancellazione. Mi ha fatto tornare in mente le riunioni a Torino con Sergio Pininfarina senior, a quel tempo presidente della Trieste-Lione. Era il 1994, e anche allora c’era una vivace opposizione all’Alta velocità: sarà solo un treno per i ricchi, dicevano. Fu solo cambiando il progetto in “Alta velocità Alta capacità” che si riuscì a superare l’ostacolo: con un aumento di costo, dovendosi ridurre la livelletta e costruire svincoli, quali si vedono percorrendo in auto la Torino-Milano. Ma l’opera è stata fatta, e ha totalmente cambiato l’economia del paese e le possibilità – di lavoro e di svago – degli italiani in modi che, credo, neppure il suo artefice Lorenzo Necci poteva immaginare. Dà da pensare sentire qualcuno che, dall’alto del suo scranno, spaccia per comune buon senso l’angustia della propria visione.

→  novembre 29, 2018


“Occorre evitare l’idea, puramente speculativa e cinica, di vendere a pezzi TIM: i servizi, senza la rete, renderebbero TIM sempre più soggetta alle incursioni degli OTT.” Sono rimasto molto sorpreso nel leggere questo appello: io lo condivido pienamente, chi lo firma sono sette illustri professionisti, sette manager che hanno ricoperto ruoli apicali nell’ex- monopolista Telecom – e prima -, con i quali ebbi, proprio su questo giornale, contrasti assai vivaci negli anni della sua privatizzazione – e dopo. Vi vedo la conferma che, nella decisione sull’assetto strutturale della rete a banda ultra larga, sono in gioco principi che vanno oltre lo specifico della materia in questione, e che vanno considerati, perché toccano gli interessi generali del Paese.

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→  novembre 14, 2018


Una “proxy fight” quale da noi si vedono poche, aiutata da un provvidenziale intervento dello Stato, quali da noi se ne vedono molti, spodesta l’azionista di maggioranza relativa; ma nomina amministratore delegato la stessa persona che questi aveva designato. Che però, dopo pochi mesi, non gode più del consenso della nuova maggioranza che pertanto il 13 novembre gli ritira le deleghe.. E’ possibile che si vada a un nuovo confronto da cui esca un’altra governance.

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→  novembre 5, 2018


Paola Rivolta,
Scarfiotti
Dalla Fiat a Rossfeld
Liberilibri, Macerata, 2018-10-28

Presentazione
Torino, Museo dell’Automobile, 6 Ottobre 2018

“Questo libro parla di Fiat, di Agnelli, di Torino, tante cose che lei conosce: venga a presentarlo”, mi disse l’editore. Data la stima e l’amicizia che ho per Aldo Canovari, nonostante continui a crescere la montagna di libri che dovrei leggere perché trattano delle cose di cui mi occupo, ho detto di sì. Che questa chiacchierata diventi lo srotolarsi di un Amarcord era non solo previsto ma quasi voluto.
E quindi per mettere in atto una clausola di salvaguardia, come si dice, vorrei subito assolvere allo scopo di ogni presentazione: dare un giudizio sul libro e l’autore, e invogliare a compralo, leggerlo, comprarne un altro e regalarlo.
E’ un gran bel libro, preciso e appassionante. Soprattutto è scritto bene. Un esempio tra tanti:
a pag. 241, parlano della ricostruzione del Paese dopo la guerra, l’inizio di quello che sarà poi il “miracolo italiano”, Paola Rivolta ricorda:
La ricostruzione della nazione deve ricominciare dalle attività produttive indispensabili a dare una base concreta base economica alla speranza. Contemporaneamente è necessario ricostruire le abitazioni quella materiale partire.
Ed ecco l’osservazione insolita:
Ora che mancano servizi indispensabili come l’acqua e l’energia elettrica nelle città come nei casolari dispersi, ora che le strutture scolastiche e sanitarie sono insufficienti ovunque si ha generale contezza del degrado dell’Italia. Ciò che in molti territori mancava da sempre è percepito come vuoto lasciato dalla distruzione bellica. Crudele de iniqua sottrazione di ciò che non è mai stato. Sono gli esiti della guerra a rendere palesi, per la prima volta in modo inequivocabile, ritardi e povertà secolari.

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