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→  giugno 9, 2000


«E’ mancata la risposta dell’offerta. L’erosione delle nostre quote di mercato risulta più am­pia di quella imputabile ai costi relativi». Nelle considerazioni finali del Governatore quest’an­no c’erano parole che sono par­se severe verso gli imprendito­ri: non è colpa solo della politi­ca e del Governo se il sistema Italia ha perso drammaticamen­te in competitività rispetto ai partner europei. Lo spunto è stato colto subito da Cofferati «Le amnesie degli industriali e i sacrifici per l’euro» La Repub­blica del 4 giugno); e l’avvoca­to Agnelli ha positivamente commentato l’equilibrio e l’equanimità che, anche grazie a questo passaggio, connotano l’intero ragionamento sviluppa­to da Antonio Fazio. Ma a ben vedere si tratta di un rilievo che gli imprenditori non hanno nes­suna ragione di prendere come un’ accusa.

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→  aprile 2, 1999


I dettagli delle operazioni Imi Sanpaolo-Banca di Roma, e Credito italiano-Banca commerciale sono ancora largamente imprecisati, tra mosse di attacco e di difesa molti sono gli esiti possi­bili, compreso perfino il loro accan­tonamento. Ma i progetti pongono rilevanti problemi di carattere siste­mico che proprio questa condizio­ne di fluidità consente di analizza­re in modo generale e con il neces­sario distacco.

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→  settembre 12, 1997


Secondo Francesco Giavazzi ( Liquidazioni, una proposta, sul “Corriere della Sera” del 10 Settembre), bisognerebbe che le imprese avessero il coraggio di rompere la fossilizzazione dell’istituto del TFR, e ne versassero spontaneamente l’intero stock, pari a 200.000 miliardi, ai lavoratori che ne sono titolari, in anticipo rispetto al momento della loro maturazione.

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→  luglio 30, 1995


È noto quelli che mancano nel mondo non sono i capitali, ma le occasioni di buoni investimenti. È necessario pensare a una duplice azione: per attrarre maggior investimenti dall’estero, e per renderli rapidamente attivi. Quanto alla disponibilità a investire sull’Italia, sembra che essa sia superiore a quanto abbiamo fatto per meritarcela. stando almeno ai dati rilasciati dall’Ufficio Italiano dei Cambi, riferiti dalla Stampa del 27 luglio: un saldo del movimento di capitali positivo per 4.600 miliardi nei primi sei mesi del ’95 contro un dato negativo per 10 mila miliardi nello stesso periodo dello scorso anno, con investimenti esteri per 11.700 miliardi. Anche l’afflusso del prestito obbligazionario in yen, che ha contribuito al record della bilancia dei pagamenti, conferma la fiducia, se non nella nostra valuta, nella credibilità finanziaria del paese.

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→  settembre 26, 1994


Non sono i salari troppo alti a minare la competitività delle imprese europee: sono i manager incapaci. Sono loro il male oscuro dell’imprenditorialità del vecchio continente, perché vivono arroccati all’interno dei confini della comu­nità ed hanno un carente senso dell’organizzazione azienda­le. Non, è un qualche sindacato barricadero a lanciare un «j’accuse» di tale evidenza ai manager di tutta Europa ma la Cee. E’ infatti quanto si legge nel «Panorama of Eu industry», uno studio della commissione europea . che in 1400 pagine analizza lo stato di salute del sistema imprenditoriale il quale a fine del 1994 dovrebbe far finalmente crescere dell’1,4 peni. cento il Pil continentale.

La Commissione europea esamina, in un ampio «Panorama delle indu­strie nell’Ue» le prospettive dopo due anni, in cui la produzione era scesa al livello più basso in vent’anni. Più che i dati quantitativi, sono interessanti le considerazio­ni qualitative, sulle cause della mancanza di competiti­vità europea sui , mercati mondiali: come fattore chia­ve si indica non il costo del lavoro, ma soprattutto i pro­cessi organizzativi, interni e nei rapporti con fornitori e distributori. Infatti, nota il rapporto, per ora le importa­zioni sostitutive da aree a basso costo, del lavoro hanno avuto un’influenza trascura­bile.

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