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→  agosto 19, 2001


Intervista di GBB.

Franco Debenedetti, senatore dell’Ulivo, è uomo d’impresa, ma anche uomo della sinistra. La sua apertura alle sollecita­zioni di Fazio sulla flessibilità in uscita è un segnale impor­tante. Debenedetti annuncia che, alla ripresa dei lavori par­lamentari, ripresenterà il suo disegno di legge in materia: «Se la sinistra, nella scorsa legi­slatura, l’avesse fatto proprio, sarebbe stato un atto di gran­de coraggio politico. Oggi è inutile nascondersi, le cose so­no del tutto diverse».

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→  maggio 5, 2001


Tribuna elettorale

Franco Debenedetti, «il pa­drone di sinistra», è nato 68 anni fa, è cresciuto, si è lau­reato e lisa sempre vissuto a Torino. In città, nel collegio per il Senato del centro, si è candidato con successo già due volte e dove ora si ripre­senta. Nelle prime due occa­sioni ha prevalso su Gipo Fa­rassino e Jas Gawronski. Il 13 maggio di quest’anno dovrà vedersela invece con il notaio Aldo Scarabosio, uno degli uomini di punta di Forza Ita­lia e della Casa delle libertà. Prima di dedicarsi alla politi­ca Debenedetti ha lavorato a lungo nell’azienda di famiglia e in Fiat, sempre seguendo il fratello Carlo, anche in Oli­vetti. È fondatore e presiden­te della Interaction Design In­stitute di Ivrea e consigliere di amministrazione di Cir, Cofi­de, e della Fondazione Ro­dolfo Debenedetti. La scelta di schierarsi, sette anni fa, con il più importante partito della sinistra, non è stata una sorpresa, dato che, già al tem­po dei grandi scioperi dell’au­tunno caldo, aveva espresso la propria solidarietà alle po­sizioni degli operai.

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→  marzo 28, 2001


Intervista di Franco Garnero

Franco Debenedetti ha scavalca­to all’ultimo minuto Mariella Scirea dell’Udeur. Per un posto da senatore nel collegio di Torino Cen­tro. Arriva alla sua terza campagna elettorale dopo pressioni e riunio­ni fiume nei quartieri romani del­l’Ulivo. Nel 1994 era stato propo­sto dai Progressisti di cui faceva parte anche Rifondazione comu­nista e si era affermato con un van­taggio di 3,5 punti sul leghista Gi­po Farassino. Nel ’96 aveva vinto con un margine quasi doppio sul candidato del Polo Jas Gawronski.

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→  febbraio 28, 2001


Intervista di Laura Cesaretti

«Ho votato, per disciplina di schiera­mento, ma non posso certo dirmi entu­siasta della soluzione trovata».
Franco Debenedetti, senatore Ds, spie­ga perché non è soddisfatto per l’atto «declamatorio» con cui il centrosinistra ha affrontato il conflitto d’interessi: «Innanzitutto il problema esiste, e lo ha perfettamente individua­to Ciampi invitando a risolver­lo. E’ un problema fondamenta­le per il Paese e per Berlusconi, se si troverà a governarlo. C’era­no due strade per affrontarlo: o un accordo con l’opposizione, oppure andare avanti facendo passare una legge forti della propria maggioranza. Non è stata scelta né l’una né l’altra».

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→  aprile 14, 1996


L’ uninominale maggiori­tario sta morendo. Sono appena passati due anni, e due tornate di voto. Al sistema elettorale si chiedevano due risultati. Primo, garantire coalizioni coese: e ancora non ci siamo. Secondo, una migliore selezione del personale politico, un rapporto più responsabile e diretto con l’elettorato: e sotto questo profilo andiamo ancora peggio.
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→  ottobre 14, 1995


A essere pessimisti non si corre nessun rischio, a essere liberisti, nel nostro paese, sì. Questa è la considerazione che viene in mente leggendo il Geronimo di giovedì, quello su banche e fondazioni. Il nostro, sostiene pessimista Geronimo, non è un mercato: una Borsa asfittica, dove i piccoli risparmiatori sono taglieggiati, i fondi pensione non esistono, e scorrazzano le mani forti. Chi conta su un mercato siffatto per restituire alla proprietà privata le banche possedute da fondazioni non può non avere un altro disegno, quello di consentire a quelle stesse mani forti di impadronirsi prima delle banche e poi delle privatizzande Enel, Stet. Conclusione: il liberismo non fa per noi, lasciamo perdere le privatizzazioni: in queste condizioni sarebbero solo occasione per un «esproprio non proletario».

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