→ giugno 24, 2010

di Pietro Ichino
Sul primo punto sollevato da Giorgio Conti e da altri lettori. Ho lavorato per quattro anni come sindacalista della Fiom-Cgil (in una zona della Brianza), poi per altri sei anni alla Camera del Lavoro di Milano, in mezzo agli operai e con una retribuzione pari alla loro. Conosco da vicino la fatica del loro lavoro. In seguito, il mio lavoro è sempre stato di natura intellettuale e non manuale; ma ho sempre lavorato per sette giorni alla settimana e per almeno dieci ore al giorno: ne è prova quello che ho fatto fin qui, e chiunque può controllarlo direttamente sul mio sito (www.pietroichino.it) e nell’Archivio dei miei scritti. Insomma, so che cosa è il lavoro.
leggi il resto ›
→ giugno 20, 2010

di Alessandro De Nicola
Quando viene pubblicato un nuovo libro sulla corporate governance, invece che discuterne, si potrebbe far ricorso al tradizionale approccio medievale dell’ipse dixit. Ma laddove i filosofi dell’età di mezzo per troncare ogni diatriba su postulati ed assiomi teoretici ne facevano risalire la paternità ad Aristotele, in campo economico le veci dello Stagirita le assume Adam Smith il quale nella sua The wealth of the nations osservò:
“Gli amministratori delle società per azioni, tuttavia, essendo i gestori del denaro di qualcun altro piuttosto che del proprio, non ci si può aspettare che se ne prendano cura con la stessa ansiosa vigilanza con i quali i soci di una società di persone frequentemente si prendono cura del loro.
leggi il resto ›
→ giugno 18, 2010

di Pietro Ichino
Le due clausole dell’accordo che la Fiom-Cgil denuncia come contrarie alla legge, e per alcuni aspetti anche alla Costituzione, sono queste: una in materia di malattia, che esclude il pagamento della retribuzione per le giornate di astensione dal lavoro in cui si verifichino aumenti anomali dei tassi di assenza in corrispondenza con eventi esterni di natura diversa da epidemie (per esempio: la partita di calcio giocata al mercoledì); l’altra in materia di sciopero, che vieta la proclamazione di – e la partecipazione dei singoli lavoratori a – scioperi volti a “rendere inesigibile” l’attuazione dell’accordo stesso (per esempio: uno sciopero dello straordinario, che renda inesigibili le 80 ore annue di “straordinario obbligatorio” previsto in funzione della variabilità delle esigenze produttive).
leggi il resto ›
→ giugno 17, 2010

di Mario Pirani
L’economia non possiede regole eterne. È accaduto, peraltro, in diverse fasi della storia, che milioni di uomini abbiano creduto nella loro immutabile valenza, tanto da farne articolo di fede. Quando ciò è avvenuto ne sono spesso derivati sconquassi catastrofici. Questa riflessione, di cui sono convinto da tempo, in particolare dopo il crollo del comunismo, mi ha stimolato qualche suggerimento in seguito alla lettura di due articoli di grande interesse, l’uno sul nostro giornale (6 giugno) di Joaquìn Navarro-Valls (“La marea nera e i falsi ambientalisti”), l’altro (“Corriere” del 6 giugno) di Claudio Magris su “I limiti (e i pregi) del capitalismo”.
leggi il resto ›
→ giugno 15, 2010

da Peccati Capitali
Come lo scriveranno? ho pensato quando ho sentito che alla RAI nei titoli di coda metteranno quanto guadagna (perché scrivere quanto costa si vergognerebbero) il giornalista. Gli daranno un nome al conquibus? Compenso sembra una scusa per il disturbo, stipendi é impiegatizio e salario proletario, notula sa di notaio e cachet fa cantante lirico, emolumenti se li danno gli amministratori e diaria i parlamentari.
leggi il resto ›
→ giugno 13, 2010

dalla Domenica del Sole 24 Ore
Mercati e logiche del capitalismo
Le crisi finanziarie sono prevedibili? Nessuno è più credibile di Nouriel Rubini per rispondere affermativamente: nel febbraio 2008 , sette mesi prima del fallimento della Lehman (ma già nel 2006 lanciava i suoi ammonimenti), nel suo paper “12 passi verso il disastro” prevedeva con accuratezza la dinamica per cui una crisi tutto sommato di modeste dimensioni – Bernanke stesso all’epoca la stimava in alcune centinaia di miliardi di $ – avrebbe provocato il disastro che abbiamo visto.
leggi il resto ›