dby Philip Stephens
I keep hearing people say don’t blame the rating agencies. My first reaction is why not? After due and sober reflection my considered response is why the hell not?
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dby Philip Stephens
I keep hearing people say don’t blame the rating agencies. My first reaction is why not? After due and sober reflection my considered response is why the hell not?
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La nomina di Grilli a viceministro ha lasciato un vuoto imbarazzante
Dall’insediamento del Governo Monti la posizione di Direttore Generale del Tesoro è vacante. Infatti chi la ricopriva nel governo Berlusconi, il prof. Vittorio Grilli, è diventato Vice Ministro e si è posto in aspettativa dall’incarico amministrativo.
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Lettera di Franco Debenedetti e Natale D’Amico
Caro Direttore,
nelle aste di dicembre, € 9 miliardi di BOT a sei mesi sono stati collocati con un rendimento pari al 3,25%, dimezzato rispetto all’offerta precedente, € 1,73 miliardi di CTZ a 24 mesi sono stati piazzati al tasso del 4,85%. Invece per € 7 miliardi di BTP decennali il tasso di collocamento è stato prossimo al 7%. Comprensibile il sollievo del Governo per avere finalmente un buon risultato da annunciare, legittima l’enfasi della radio di stato, giusto il riconoscimento da parte degli organi di informazione, impeccabile Monti a “non considerare terminate le turbolenze finanziarie”: in sostanza tutti hanno preso atto delle risposte del mercato. Ma nessuno ha suggerito di approfittare del momento, aumentando la raccolta a 2 – 3 anni e riducendo quella a 10. E questo non per motivi tecnici, il Tesoro avendo in materia una riconosciuta perizia, ma per ragioni politiche. Cioè per ragioni che riguardano meno Monti ministro dell’Economia e più Monti presidente del Consiglio.
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Sorprese del 2011. Liberisti pro decrescita e sviluppisti pro equità?
I liberisti che prescrivono rigore recessivo, i neokeynesiani che propugnano tesi sviluppiste, e il partito della decrescita che riprende quota anche al di fuori dell’Europa. L’assalto intellettuale alla crisi economica internazionale procede quantomeno in ordine sparso, come dimostra anche l’apparente ossimoro del premier italiano Mario Monti che promette di promuovere, allo stesso tempo, “crescita ed equità”.
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L’inizio sembrava un pranzo gratis, la fine potrebbe essere un imprevisto paradosso. Pranzo gratis quello delle banche che prendono a prestito dalla BCE liquidità al tasso dell’1%, comperano titoli di stato al 6% che dànno come collateral alla BCE, lucrando la differenza di rendimento. C’è moral hazard , né può essere diversamente: i titoli restano sui bilanci della banca, e quindi anche il rischio di default; ma, come osserva il Financial Times, le grandi banche di un paese che fa default falliscono comunque.
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Peccatori e virtuosi sono ruoli che la storia può in breve invertire
Nel gran dibattito sull’euro, sono diffuse metafore tratte dalla morale: il peccato originale dell’euro, i Paesi virtuosi, il doppio senso dell’acronimo Pigs. La contrapposizione “virtuosi-peccatori” contrassegna con un unico nome situazioni di finanza pubblica pur diverse tra loro; sovrapposta alla demarcazione geografica tra Paesi del Nord e Paesi Sud dell’Europa, scivola verso giudizi antropologici che sarebbe prudente – per non dire altro – evitare: a maggior ragione se l’obbiettivo politico è quello di una maggiore unione.
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