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→  giugno 18, 2012


di Alessandra Puato

Prezzi dei biglietti alle stelle. E aumento dei costi per i contribuenti. È questa la conseguenza delta liberalizzazione del tra­sporto ferroviario in Gran Breta­gna e Svezia, sottolinea Ferrovie dello Stato Italiane (Fsi), dati al­la mano, in risposta all’Istituto Bruno Leoni (Ibl) che propone all’Italia di seguire quei Paesi nell’apertura del mercato dei tre­ni. Il messaggio è chiaro: volete lo scorporo della rete, il gestore dei binari diviso da quello dei va­goni? Volete spezzettare Fs in tante società e lasciare che i pri­vati offrano i treni, a gara, sulle tratte più produttive, come in Svezia, o in franchising per seg­menti territoriali, come nel Re­gno Unito? Preparatevi a dire ai cittadini — sostiene Fs — che, per viaggiare in treno, potranno spendere più di prima.

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→  giugno 17, 2012


di Eugenio Scalfari

Questa mattina si sta votando in Grecia e tra poche ore conosceremo il risultato, ma hanno sbagliato quanti (ed io con loro) hanno attribuito al voto il valore d’un referendum pro o contro l’euro e pro o contro l’Europa. Non è affatto così. Tutti i partiti greci, quelli tradizionali e quello di opposizione (socialista massimalista), non vogliono affatto uscire dall’Unione europea e abbandonare la moneta comune. Quanto agli elettori, essi sono perfettamente consapevoli che tornare alla dracma sarebbe un disastro di proporzioni immani; un sondaggio pre-elettorale prevede addirittura una vittoria dei partiti tradizionali, quelli cioè che si sono assunti la responsabilità del rigore tedesco, il che è tutto dire.

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→  giugno 15, 2012


Prima che l’Italia e altri pensino comunque ad Eurobond, dovrebbero abbattere il loro grande indebitamento.

Sono numerosi i meccanismi finanziari escogitati per riportare il costo del debito dei paesi dell’eurozona al livello che c’era nei primi anni della moneta comune, e i mercati credettero che così si azzerasse il rischio paese. Diversamente confezionati, essi sono tutti varianti dello stesso principio, mettere in comune il debito, oppure munirli di una garanzia comune, oppure sostarli in un resolution trust. In Italia, Governo e buona parte dell’opinione pubblica si uniscono al coro di chi preme sulla Germania perché consenta l’introduzione di simili misure, e al più presto. Ma davvero gli eurobond sono nell’interesse dell’Italia? Davvero l’Italia non ha altri mezzi per fronteggiare questa difficoltà, finché la situazione non si stabilizzi?

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→  giugno 15, 2012


Intervista di Carlo Maria Pinardi

Sono giornate decisive per il futuro dell’Euro e dell’Europa. Lagarde dice che ci sono tre mesi per salvare l’Euro…
Il maggior contributo che potrebbero dare tutti quelli che, signora Lagarde in testa, gridano al pericolo, è di dire che cosa vogliono e che cosa propongono. Credo che nessuno voglia l’euro come è oggi, e quasi nessuno non vuole più l’euro in nessun modo. Provo a suggerire un primo passo logico: dire esplicitamente quali si pensa siano, per ciascuno, le condizioni perché l’euro possa uscire da questa crisi, e quali perché non precipiti nella successiva.

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→  giugno 5, 2012


recensione di Federico Fubini

L’indiano Rajan e Franco Debenedetti denunciano gli squilibri strutturali dell’Occidente.

La crisi del debito pubblico in Europa, ancora aperta, è stata anticipata da quella del debito privato negli Stati Uniti. Si potrebbe pensare a queste esplosioni di panico finanziario come a eventi gemelli, non fosse che fra le molte  differenze ce n’è anche una che non ha molto attratto l’attenzione: la crisi americana ha già prodotto una serie di saggi e ricostruzioni che vanno ben oltre la pura cronaca dei fatti; molti di quei libri americani su Lehman o sul crollo dei mutui subprime approfondiscono i motivi dei protagonisti principali, scavano nelle cause meno superficiali degli eventi, ripensano alla teoria economica che dovrebbe spiegare ciò che è avvenuto e, spesso, non riesce a farlo.

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→  giugno 5, 2012


Al direttore

Se va bene, sarà peggio. (Pensando all’euro).