→ febbraio 6, 2010

di Gabriele Galateri di Genola
Se è vero, come ha scritto Orazio Carabini sul Sole 24 Ore del 27 gennaio, che abbiamo scampato il pericolo di una crisi dagli effetti potenzialmente devastanti, è altrettanto vero che sono diffuse le preoccupazioni per una ripresa ancora troppo lenta e piena di ombre.
Condivido quindi la necessità di un progetto per l’Italia che sia in grado di mobilitare le ingenti risorse sottoutilizzate del nostro paese e di attivare un circolo virtuoso di investimenti, produttività, competitività, valore aggiunto e consumi. Una sfida difficile, perché si scontra con la necessità di finanziare gli ammortizzatori sociali, gestire il rientro dei disavanzi all’interno di trend più sicuri per la stabilità macroeconomica e di assorbire gli effetti della crisi finanziaria mondiale che in Italia rischiano di tradursi in una riduzione dei finanziamenti alle piccole e medie imprese. Per non parlare delle catastrofi naturali che ci hanno colpito nell’anno appena chiuso.
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→ febbraio 4, 2010

di Marigia Mangano
Soci da due anni, ma sempre «stranieri» in Telco. Tant’è che la diffidenza degli spagnoli di Telefonica è emersa in modo esplicito in occasione dell’ultima ricapitalizzazione della scatola che controlla Telecom Italia. Il gruppo di Cesar Alierta, primo socio di Telco, ha chiesto di essere tutelato di più, ponendo per la prima volta la questione del doppio ruolo di finanziatori e soci che rivestono Mediobanca e Intesa Sanpaolo.
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→ febbraio 3, 2010

ROMA – Tra un’autostrada digitale e una vecchia accidentata corsia corre una bella differenza. Più o meno la stessa che correrebbe tra chi all’interno della maggioranza e del governo è da tempo un autorevole seppure ufficioso sponsor dello scorporo della rete Telecom e chi, su questo tema, usa molta moltissima cautela. Smentite a parte, è innegabile che, da oltre un anno, nell’entourage del viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani si discuta di questa opportunità in nome dell’”italianità”, anche come possibile tassello di un puzzle più ampio che condurrebbe alle nozze con la spagnola Telefonica.
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→ gennaio 17, 2010

Come cambia la sfida cinese:
dal prodotto alle persone
di Marco Carone e Giorgio Secchi
FrancoAngeli Editore, 2010
pp. 216
La riforma del mercato del lavoro, cioè delle tradizioni e delle istituzioni determinano le modalità con cui il lavoro viene prestato, è la grande assente nell’agenda delle riforme che si auspica che vengano introdotte nell’economia cinese. Lo era prima della Grande Crisi Finanziaria del 2008, quando il pericolo sembrava essere quello di una crisi monetaria dovuta al debito estero degli USA e, per scongiurarlo, si indicava la necessità di introdurre riforme nell’economia cinese, volte ad aumentare consumi interni. Al centro dell’attenzione erano le istituzioni del welfare: tutele dei lavoratori cinesi avrebbero ridotto la necessità di risparmiare per coprirsi dai rischi di malattie e vecchiaia, e quindi avrebbero consentito di consumare di più.
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→ dicembre 23, 2009

da Peccati Capitali
Il premio “gattopardo dell’anno” , se esistesse, dovrebbe andare al Alistair Darling, il “ministro del Tesoro” inglese, per la proposta di applicare ai bonus dei banchieri una tassa straordinaria del 50% su quanto eccede 25000£. Sarkozy ha applaudito, un po’ verde per non esserci arrivato prima lui, la Merkel si è detta, serafica, pronta a rincarare la dose: sperano nell’ex aequo. Motivazione del premio: avere incassato il plauso dei loro elettori senza avere fatto sostanzialmente nulla.
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→ dicembre 22, 2009

L’articolo di Dario Di Vico sul Corriere di domenica “Sotto i ferri del private equity: più macerie che vero sviluppo” ha dato luogo a risposte di tenore diverso, come si può leggere sulle pagine del quotidiano.
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