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→  giugno 2, 2013


After the music stopped. The financial crisis, the response, and the work ahead.
Alan S. Blinder,
The Penguin Press New York,
pagg. 476, $ 29,95


«Abbiamo bisogno di conoscere la storia dello storico per comprendere la versione che ci mette dinnanzi». Cade a proposito l’osservazione di Julian Barnes, quando la storia è quella della Grande Recessione e a darne la sua versione è Alan S. Blinder: professore a Princeton dal 1971, membro del Council of Economic Advisors del presidente Clinton, vicepresidente del Board of Governors alla Fed, Democratico, keynesiano pragmatico (senza premio Nobel, per intenderci), Blinder è figura di rilievo di quel mondo accademico – regolatorio – politico a cui appartengono anche coloro, nella Fed di Washington e di New York, al Tesoro e al Congresso, che di questa storia sono stati protagonisti. È per la sua storia personale se le sue coordinate di riferimento sono i rapporti politici, quelli interni al Congresso e alle sue commissioni, come quelli tra esecutivo e opinione pubblica; se le pagine più vivaci sono i resoconti delle riunioni del Comitato di Mercato Aperto della Fed, o degli incontri tra Tesoro, Fed e banchieri al culmine della crisi.

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→  maggio 5, 2013


Intervento al workshop
È l’arte bellezza…E tu non puoi farci niente
Villa Carpegna, 19-20 aprile 2013
Roma, Piazza di Villa Carpegna snc


Il valore economico all’opera d’arte è sempre stato riconosciuto: ma è diverso se l’opera è portata in dote da una regina o acquistata in un’asta da un oligarca. Diverso il prezzo che Tiziano esigeva da Carlo V e quello che Gagosian chiede per un Jeff Koons, diverso qualitativamente: per Carlo V l’opera d’arte aveva un valore inestimabile, mentre la richiesta di Marlborough o la stima di Sotheby esprimono una valutazione.

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→  aprile 7, 2013


Big Data: A Revolution That Will Transform
How We Live, Work, and Think

by Victor Mayer-Schonberger and Kenneth Cukier
Eamon Dolan/Houghton Mifflin Harcourt
2013, pp. 256


L’uomo lascia tracce. 40.000 anni fa erano incisioni su zanne di mammouth, come quelle attualmente in mostra al British Museum. Oggi sono le stringhe di 0e 1 conservate nelle memorie in un data center in qualche parte del mondo. Qualunque cosa facciamo, se vendiamo o comperiamo, se siamo sani o malati, se viaggiamo o camminiamo, se parliamo al telefono o interroghiamo Internet, lasciamo tracce. Sono digitali, archiviarle costa sempre meno, ritrovarle è sempre più rapido: benvenuti nel mondo del Big Data.

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→  marzo 3, 2013


Recensione a L’intelligenza del denaro di Alberto Mingardi

Si dice che Laplace, a Napoleone che gli chiedeva perché nella sua spiegazione dell’origine del sistema solare non fosse mai nominato Dio, rispondesse: «Je n’ai pas besoin de cette hypothèse». Quando James Buchanan afferma che il mercato «non è un mezzo per realizzare un determinato fine», dice in fondo una cosa analoga: non c’è bisogno di una spiegazione del mercato esogena al mercato stesso. Nel mercato, inteso come attività di scambio, si crea ricchezza, ma il mercato non ha lo scopo di creare ricchezza. Dal mercato trae normalmente profitto chi ha migliori attitudini, competenze, volontà, ma il mercato non è volto a premiare il merito.

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→  marzo 1, 2013


by James Harkin

In 2009, engineers at Google claimed they could predict the progress of flu epidemics simply by looking at the words people were typing into their browsers. The idea was both plausible and ingenious; since Google services 3bn search queries every day, the company is quite capable of tracking how often people are asking about flu symptoms or medicine.
Crucially, however, the algorithm for crunching all this information didn’t depend on hunting for obvious flu-related words or phrases. All it needed to do was to work out a correlation – a statistical relationship between previous outbreaks of flu and the search terms being entered at the time. For the engineers at Google Flu Trends these findings, published in the scientific journal Nature, represented a Eureka moment. In a future epidemic, they reckoned, they would be able to chart the spread of the virus as it was happening – and much faster than the medical authorities.

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→  dicembre 20, 2012


Contributo di Franco Debenedetti a:
Pensare la sinistra.
Tra equità e libertà

di Pietro Reichlin, Aldo Rustichini
Editori Laterza, 2012
pp. 279


Constatato che nell’ultimo trentennio “le scelte pubbliche hanno sacrificato la crescita economica e l’equità intergenerazionale, provocato una lievitazione incontrastata della pressione fiscale e prodotto una crisi del patto sociale” (pp. 5-6), Pietro Reichlin e Aldo Rustichini chiedono alla sinistra di riconoscerlo e di tornare “a discutere di come migliorare le politiche e le istituzioni pubbliche” (p. 6).

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