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→  gennaio 24, 2012


Le liberalizzazioni servono a crescere se smontano le inefficienze

“Liberalizzare non è privatizzare”: solo un inciso del Presidente Monti nella sua articolata presentazione del decreto liberalizzazioni, ma rivelatore, e utile per ragionare sul senso complessivo dell’azione di governo, del risanamento dei conti pubblici e della crescita, di Salva Italia e delle liberalizzazioni.

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→  dicembre 31, 2011


Sorprese del 2011. Liberisti pro decrescita e sviluppisti pro equità?

I liberisti che prescrivono rigore recessivo, i neokeynesiani che propugnano tesi sviluppiste, e il partito della decrescita che riprende quota anche al di fuori dell’Europa. L’assalto intellettuale alla crisi economica internazionale procede quantomeno in ordine sparso, come dimostra anche l’apparente ossimoro del premier italiano Mario Monti che promette di promuovere, allo stesso tempo, “crescita ed equità”.

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→  novembre 15, 2011


Un Governo del Presidente è un governo politico: non solo nel senso ovvio che i suoi atti sono sottoposti al voto del Parlamento, ma in quello sostanziale che essi hanno effetti sugli equilibri politici presenti e futuri. Già il solo prospettarsi di un Governo Monti ha prodotto un vistoso cambiamento del quadro politico, la rottura della storica alleanza Pdl-Lega.

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→  novembre 10, 2011


Olli Rehn, il finlandese Commissario europeo per gli affari economici e monetari, in cinque pagine e 39 punti chiede al Governo di chiarire entro venerdì come intende attuare gli interventi a cui si è impegnato, e che risultati si attende. Vi si legge di aumento dell’età pensionabile, di privatizzazioni, di flessibilità in uscita, di concorrenza tra università, di tariffe professionali: nomi di battaglie o perse o non vinte, condotte in Parlamento e sui giornali, da destra e da sinistra. Chi vi prese parte ricorda i problemi che determinarono quelle sconfitte, e che oggi la crisi rende ancora più stringenti. Si chiamano compatibilità economica e consenso politico.

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→  ottobre 26, 2011


di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi

Una svolta per la crescita

In extremis il premier annuncia un intervento sulle pensioni. Ma le ipotesi valutate finora per far riprendere la crescita sono pannicelli tiepidi per un malato che rischia l’arresto cardiaco. I provvedimenti fiscali di mezza estate ridurranno il deficit di un ammontare pari a sei punti di prodotto interno lordo (pil) sull’arco di un triennio, intervenendo quasi esclusivamente con maggiori imposte.

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→  ottobre 16, 2011


La risposta è una: più mercato

La crescita: richiesta da Francoforte, attesa dai mercati, ripetuta per cercare di dare un senso a questa desolante fase politica. Nelle quattro giornate del convegno della Banca d’Italia a Roma sulla storia economica dell’Italia nei 150 anni dall’Unità, il tema era sempre presente, esplicito o sottotraccia: un percorso, il nostro, complessivamente di crescita, ma discontinuo, con accelerazioni che ci portano quasi a raggiungere i migliori, seguito da stasi, come questa che dura da quasi vent’anni. Perché adesso questa incapacità a crescere, questa produttività bloccata? E’ cambiato qualcosa in noi, oppure è cambiato il contesto, e l’importanza relativa di certe nostre caratteristiche, positive o negative, rendono più difficile adattarcisi?

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