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Archivio per il Tag »CGIL«

→  marzo 17, 2017


Consummatum est. Non si salvano più neppure le apparenze. Era sembrato che, per evitare il referendum per l’abolizione dei voucher, questi restassero per l’improbabile uso domestico e per i lavori intermittenti. Ma ha prevalso la paura che questo non basti, l’ansia di evitare anche la minima possibilità che la Corte di Cassazione lo ritenga non sufficiente ad evitare il ricorso al voto popolare.

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→  gennaio 22, 2017


L’abbiamo scampata bella!

Se solo avessero lasciato la parola 15 invece di sostituirla con il 5 ripescato in un’altra parte della norma, il referendum sarebbe stato probabilmente dichiarato ammissibile, quasi con certezza si sarebbe superato il quorum ed è possibile che i Sì sarebbero stati in maggioranza. Come è noto, il vecchio art 18 dello Statuto dei lavoratori del 1970 imponeva che il lavoratore di un’azienda con più di 15 dipendenti venisse reintegrato nel suo posto di lavoro, ove il giudice non ne ravvisasse il giustificato motivo. Il referendum promosso dalla Cgil voleva non solo ripristinare l’art 18, eliminato dal Jobs act per i nuovi assunti, nella sua formulazione più arcigna, ma estenderlo a tutte le aziende con più di 5 dipendenti. La Corte ha ritenuto che si sarebbe trattato di un referendum propositivo; e non l’ha ammesso. Ma le indiscrezioni parlavano di una Corte divisa e giustificavano il nostro diffuso pessimismo. I proponenti il referendum non potevano ignorare questo rischio. Perché hanno voluto correrlo? Qual era l’obiettivo tanto importante da giustificare l’azzardo?

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→  giugno 17, 2008

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Il PD e la CGIL

Contrattazione di secondo livello, riforma del mercato del lavoro, rappresentanza sindacale: una fitta agenda dei temi, sindacali per contenuto, politici per le conseguenze. Non sono solo interessi economici di imprenditori e lavoratori ad essere in gioco: la partita in corso, comunque vada a finire, avrà effetti per il centrosinistra, per il maggiore sindacato italiano e per i rapporti tra loro; e, indirettamente, per tutto il quadro politico.

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→  luglio 12, 2002

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“A che cosa é servito disertare quel tavolo?” chiedeva Michele Salvati, mercoledì dalle colonne de La Repubblica, a Sergio Cofferati.
La risposta gli é arrivata nella stessa giornata. Salvati parlava del Patto per l’Italia, a preoccuparlo erano l’indebolimento del fronte sindacale, la riapertura della piaga del collateralismo. La risposta Cofferati gliel’ha data sul piano politico: ed é stata un colpo durissimo all’Ulivo ed ai presupposti su cui si regge la coalizione di centro sinistra.

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→  luglio 7, 2002


di F.M.
Franco Debenedetti, se­natore Ds dell’ala libe­ral, propone il dilemma in modo molto chiaro: «A set­tembre le forze sociali si ritroveranno attorno al ta­volo per l’attuazione del Patto per l’Italia e in quel momento l’opposizione di governo dovrà decidere die­tro a quale tavolo sedersi: dietro i banchetti della Cgil per abrogare le norme che modificano l’articolo 18? Oppure dovrà presentarsi con proposte proprie? Co­me la “Amato-Treu” sugli ammortizzatori sociali che verrà presentata fra qual­che giorno».

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→  giugno 28, 2002

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Nella battaglia sull’articolo 18 la CGIL non é riuscita a bloccare la miniriforma del Governo, ma i risultati che ottiene sono notevoli: le sue manifestazioni sono state un grande successo organizzativo; la sua linea politica trova consensi in larga parte delle sinistra e ha avuto un effetto tonificante su tutta l’opposizione. Soprattutto ha dettato lei le parole del confronto, ridicolizzando sul piano della comunicazione un Governo padrone dei media.

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