Archivio per il Tag »borghesia«
→ ottobre 11, 1994
Il ritorno a temperature incandescenti di nodi istituzionali di fondo di questo governo non deve far distogliere l’attenzione dai problemi economici, e quindi dalla legge finanziaria. Altri problemi incombono: conflitto di interessi, Rai, inchieste giudiziarie; ma intanto questa finanziaria appare di importo adeguatamente severo da meritarsi il plauso del Fmi, e da levare vento dalle vele di chi aveva predicato il rigore; ponendo mano a un insostenibile modello previdenziale, provoca ‘l’errore dovuto’ dello sciopero generale, induce il sindacato a scoprire il fianco di alcune pratiche consociative e a intaccare il patrimonio di anni di moderazione; formalmente mantiene la promessa di non introdurre nuove imposte, limitandosi a prorogarne di vecchie; ricorre largamente al condono.
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→ settembre 12, 1994
Borghesia e rappresentanza politica è il tema di un dibattito svoltosi alla Festa dell’Unità mercoledì scorso, e a cui hanno partecipato Alfredo Reichlin, Giorgio Bogi e Franco Debenedetti. Di quest’ultimo pubblichiamo una sintesi dell’intervento.
Consigli per l’opposizione»: sui giornali sembra diventata una rubrica fissa. L’opposizione dovrebbe: darsi un governo ombra o lavorare per progetti, rafforzare le proprie strutture o sciogliere le proprie organizzazioni; allenare un proprio leader o attendere per non bruciarlo; sommare i propri voti o mantenere le proprie identità; perdere la propria ala estrema o aggregare tutti i consensi. Perfino, come chiede Sergio Romano, dare una mano con senso di responsabilità (anzi di colpa!) alla maggioranza, dato che un giorno tutto questo potrebbe essere suo (ma si sa che era una tentazione nel deserto).
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→ giugno 1, 1994
Con sempre maggiore frequenza, la formazione di un governo ombra viene proposta sia come generico ricostituente per l’astenia e la sindrome depressiva della sinistra, sia come specifico rimedio polivalente: per dotarla di una cultura di opposizione, per far nascere un nuovo soggetto politico, per fare emergere una nuova leadership. Governo ombra nella accezione classica derivata dal mondo politico inglese, è tale perché segue come un’ombra i passi del governo vero, tallonandolo con controproposte in ogni sua mossa. Alla parola governo si associa l’idea di una struttura organizzata, stabile, visibile: dar vita a un governo ombra è quindi cosa diversa dall’individuare specializzazioni e competenze su argomenti specifici, quali già si formano nei lavori delle commissioni parlamentari.
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