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Archivio per il Tag »bail-in«

→  luglio 16, 2016


Contraddittori, controproducenti, imbarazzanti e omessi

Sul problema bancario è venuto il tempo di un meta-intervento: la mole di quanto è stato argomentato, tra articoli ed interviste, giornali e blog, ciò che bisognerebbe e ciò che non bisognerebbe fare, è cresciuta a tal punto che è necessario procedere a una classificazione.

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→  luglio 14, 2016


Chi sta meglio fra i npl degli italiani e i derivati di Deutsche Bank?

Il futuro delle nostre banche attraverso l’analisi della situazione con:
Franco Debenedetti, Presidente dell’Istituto Bruno Leoni
Massimo Fortuzzi, Responsabile Investimenti di Banca Leonardo
Stefano Rossi, Country Head di Edmond de Rothschild
Gianpaolo Galli, Deputato del PD già Direttore Generale di Confindustria
Luigi Giuso, Docente all’Einaudi Institute for Economics and Finance

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→  febbraio 20, 2016


Noi metteremo il veto su qualsiasi tentativo che vuole andare a dare un tetto alla presenza di titoli di stato nel portafoglio delle banche e saremo, senza cedimento, di una coerenza e forza esemplare”, ha detto Matteo Renzi in Parlamento in vista del Consiglio europeo di Bruxelles. Il “tentativo” a cui si riferisce Renzi ha avuto luogo nelle discussioni sulla costituzione del Fondo europeo di garanzia dei depositi, la terza gamba mancante dell’Unione bancaria, dopo la Vigilanza, già in funzione, e il Fondo di risoluzione, che si sta lentamente accrescendo e si completerà nel 2024. Inoltre è stata emanata la direttiva Brrd, quella del bail-in. Il fatto che questo preveda che a coprire le perdite di una banca, dopo gli azionisti, gli obbligazionisti subordinati e gli obbligazionisti ordinari possano essere chiamati anche i depositanti con importi maggiori a 100.000 (quelli fino a quel limite godono già di un’assicurazione europea), rende il Fondo di garanzia sui depositi molto importante: in mancanza di che, al primo rumor di difficoltà di una banca, i depositanti correrebbero a ritirare i loro averi, accelerando così il processo verso il fallimento.

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→  febbraio 5, 2016


Tutto è cominciato con il fallimento delle 4 banche: la bocciatura del piano governativo di salvataggio, applicazione per la prima volta, del meccanismo del bail in, vana ricerca di un colpevole su cui scaricare le proteste dei risparmiatori colpiti, primo scontro sulla “Germania a trazione tedesca” alla pre-riunione del Consiglio d’Europa. E’ quello l’innesco del brusco cambiamento di rotta del Governo Renzi nella politica verso l’Europa; da lì hanno origine i due temi del conflitto, uno sugli aiuti di Stato, l’altro sulla flessibilità di bilancio.

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→  gennaio 31, 2016


articolo collegato di Sergio Bocconi

Si profila un nuovo confronto Italia-Europa. Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, intervenendo sabato al Forex di Torino, sollecita una revisione dei meccanismi europei di risoluzione delle crisi bancarie, e in particolare del bail in, entrato in vigore in gennaio. La Commissione Ue fa però subito sapere che «non ci sono piani per cambiare la direttiva, adottata nel 2014 con il consenso di una stragrande maggioranza al Parlamento europeo e con l’accordo unanime degli stati membri. Da un anno e mezzo si sa che il bail in dei creditori avrebbe protetto i contribuenti».
Al Forex Visco ha poi spiegato l’intervento sui quattro istituti in dissesto; ha approvato l’intesa con la Commissione Ue sulla garanzia pubblica per liberare i bilanci del settore dalle sofferenze e ha rinnovato l’appello a una maggiore diffusione della cultura finanziaria. Il Governatore ha quindi dedicato spazio alla congiuntura: in Italia la ripresa procede a ritmi moderati, come nell’area euro, sostenuta dalla domanda interna. Resta l’indicazione che nel 2016 e nel 2017 il prodotto possa crescere dell’1,5%. Sono in aumento i prestiti al settore privato e in particolare alle famiglie per i mutui. Dettagliata è stata la spiegazione relativa ai provvedimenti adottati nel novembre 2015 da governo e Bankitalia per risolvere le crisi di Banca Marche, Popolare Etruria, CariFerrara e CariChieti, che nel complesso detenevano l’1% dei depositi italiani. Visco spiega che, dopo lo stop europeo all’utilizzo del Fondo interbancario, assimilato ad aiuto di Stato, sono state applicate le regole introdotte con la direttiva europea sulle crisi bancarie. I costi sono stati sopportati, oltre che dagli azionisti e i detentori di obbligazioni subordinate, dal sistema bancario attraverso il Fondo di risoluzione. L’alternativa? La liquidazione coatta. Da gennaio è entrato invece in vigore il bail in, che prevede il coinvolgimento con perdite anche delle obbligazioni ordinarie e dei depositi sopra i 100 mila euro. Secondo Visco le nuove regole, maturate in sede europea dopo i massicci interventi pubblici per i salvataggi bancari (che non si sono verificati in Italia) hanno comportato un cambiamento «drastico e repentino». Secondo Bankitalia e ministero dell’Economia invece di un’applicazione immediata e retroattiva dei nuovi meccanismi sarebbe stato preferibile un periodo di transizione per consentire a banche e risparmiatori di adattare strumenti e percepire rischi finora remoti. Ecco dunque la richiesta di revisione, possibile entro giugno 2018, precisa Visco, grazie a una clausola. Ma la Commissione Ue ha frenato.
E sempre sulle crisi Bankitalia precisa di aver chiesto alla Etruria a fine 2013 misure correttive e un’aggregazione. Ma il board dell’istituto nel 2014 ha rifiutato l’unica offerta «autonomamente avanzata dalla Popolare di Vicenza» (quindi non sponsorizzata dalla Vigilanza). Infine il Governatore invita le banche a predisporre meccanismi volontari di intervento, aggiuntivi rispetto ai sistemi obbligatori di garanzia dei depositanti, per contenere i costi di una crisi per i risparmiatori. Così come l’accordo sulle sofferenze (il cui flusso si sta riducendo) deve essere accompagnato da una migliore capacità di intervento da parte degli istituti. «Sarà utile lo schema di garanzia concordato con la Commissione Ue per facilitarne lo smobilizzo. Il mercato potrà attivarsi. Ma nessun provvedimento può cancellare la massa di sofferenze del passato: vanno aggredite con determinazione». L’Italia, viene sottolineato, sta uscendo da un periodo più grave della depressione degli anni Trenta: la crisi ha messo a dura prova imprese, famiglie e banche. Gli istituti però oggi hanno un patrimonio «molto più elevato rispetto al passato» e il rafforzamento, a differenza di altri Paesi, «è stato conseguito senza pesare sulle finanze pubbliche». E anche la redditività comincia a migliorare.

→  gennaio 13, 2016


Non solo inutile, anche dannosa sarebbe per l’Italia una moratoria di 12-18 mesi per l’entrata in vigore della Brrd, Direttiva bancaria di recovery e resolution: è invece quella che ripetutamente chiedono Luigi Guiso e Luigi Zingales sul Sole 24 Ore, come ricordato anche su queste colonne. La Brrd prevede che in caso di bail-in venga annullato il valore delle obbligazioni ordinarie (per le azioni e le obbligazioni subordinate è già previsto fin dal 2013) e, se necessario, quota parte dei conti correnti superiori ai 100 mila euro; a questo rischio potenziale corrisponde un maggior tasso di interesse per la raccolta; e siccome le nostre banche hanno emesso molte più obbligazioni di quelle degli altri paesi europei, scrivono i due economisti, deve essere riconosciuto più tempo alle banche che le hanno emesse e alle famiglie che le hanno comperate.

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