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→  settembre 7, 1996


Parlare della vicenda Olivetti è per me, e per molteplici ragioni, difficile e anche duro. Ho vissuto l’emozione della notizia, ho seguito lo sfogo dei sentimenti, ho assistito al prevedibile consumarsi di qualche vendetta. Ma dedicando le mie energie ormai da tempo a problemi di interesse pubblico, impegnato come sono in particolare sul fronte delle strutture industriali e degli assetti economici del Paese, ritengo necessario contribuire con qualche riflessione che, prendendo spunto dalla vicenda dell’azienda di Ivrea, si estenda alla capacità concorrenziale, italiana ed europea, nei settori industriali di punta.

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Pubblicato In: Giornali, La Stampa
→  agosto 28, 1996


Al direttore.

Leggendo che “in Parla­mento il partito Olivetti è ovviamente rappre­sentato dal senatore progressista Franco Debenedetti” (“Analisi – anche malevole – delle opinioni su Stet”, Il Foglio del 24 agosto), ab­bozzo dapprima una difesa sprezzante: “nun c’è bisogno ‘e zingara”, che aprire spazi all’iniziativa privata sia una delle ragioni per com­battere monopoli e posizioni dominanti, questa si e un’ovvietà. E poi è chiaro, per l’articolista l’”ovviamente” di oggi sostituisce l’”oggettivamente” di ieri.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  agosto 7, 1996


Oggi i vantaggi che la concorrenza porta in termini di costo e di servizio sono noti e documentati; tutti possono constatare i risultati della battaglia nell’unico servizio finora liberalizzato, quello del radiomobile

Nelle condizioni pioneristiche dell’Inghilterra di 10 anni fa, per creare un clima favorevole alle privatizzazioni fu necessario fornire assicurazioni che la fine del monopolio non avrebbe arrecato aumenti di costo a determinate classi di cittadini.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  agosto 3, 1996


Però, queste zie! Quella di Berlusconi gli chiedeva di difenderla dai comunisti; la zia di Giarda, allora sottosegreta­rio al Tesoro, gli chiedeva se, con le azioni Enel, avrebbe potuto comperarsi anche un pezzo di mono­polio elettrico. La zia di Balassone riesce a utilizza­re “i bravi giornalisti, i bra­vi attori, i bravi condutto­ri” della Tv come “segni per classificare il flusso del­la propria vita”!

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Pubblicato In: Giornali, Il Messaggero
→  agosto 3, 1996


Io, ebreo, incontro Priebke nella sua cella

Dalla finestrella del­lo spioncino vedo Erich Priebke di profilo. E’ seduto su uno sgabello e guarda la te­levisione. «Guten Abend, Herr Priebke, vorrei scam­biare alcune parole con lei».

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Pubblicato In: Giornali, La Repubblica
→  luglio 23, 1996


Mentre è diventato stucchevolmente ripetitivo l’interrogarsi sul perché le nostre piccole imprese non diventano medie e le medie grandi, constatare il limitatissimo numero di grande imprese multinazionali italiane, recriminare sulla debolezza del nostro mercato mobiliare, incolpando il regime fiscale, o rinvenendo remote origini culturali, si stenta perlopiù a riconoscere la vera causa: i limiti del sistema di governo societario.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore