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→  ottobre 25, 1997


Per non aprire la crisi, Bertinotti aveva anche avanzato la richiesta di rin­viare sine die la privatizzazione di Eni; an­cora per il 51% in mano pubblica, e di Enel, totalmente dello Stato. Nei commen­ti, questa richiesta passò in secondo piano rispetto a quella più “scandalosa” della ri­duzione di orario a parità di salario. Poi c’è stato il successo dell’offerta pubblica per Telecom, la maggiore in Europa fino a que­sto momento. Come dire che, quanto a pri­vatizzazioni, ci si debba per il momento ac­contentare. Non è così: rinviare la vendita di Eni ed Enel sarebbe un fatto grave, per tre ordini di motivi che riguardano rispetti­vamente i consumatori, la nostra econo­mia, il Governo stesso.

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Pubblicato In: Giornali, Il Messaggero
→  ottobre 17, 1997


La ricomposizione della crisi è un fatto positivo: ma il prezzo pagato è chiaro ed è duplice. Sul piano de­gli equilibri politici, ha sicuramente ragione Prodi a sostenere che «il governo è lo stesso e non ha cambiato natura»; tuttavia osservatori interni ed internazionali dei più diversi orientamenti hanno concordemente rilevato che a mutare segno è stata la coalizione, accentuando an­cor più il peso della componente di sinistra. Sul piano dei contenuti stanno l’accettazione, sia pure rinviata nel tempo e rimandata alla contrattazione tra parti sociali, del principio della riduzione dell’orario a parità di salario, e la rinuncia a incidere sul nodo previdenziale. Quanto agli altri due punti – il rinvio sine die delle privatizzazioni di Enel ed Eni, e la nuova missione per l’Iri – è un mistero se il governo si riterrà vincolato alle promesse fatte da Prodi o se si avvarrà del silenzio osservato a crisi risolta.

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Pubblicato In: Giornali, La Stampa
→  settembre 28, 1997


Il prossimo ottobre, mentre la guerra del Mugello assorbira’ l’attenzione pubblica, verranno assunte, c’e’ da scommettere con assai minore attenzione, due decisioni con conseguenze assai piu’ importanti per il paese. In quei giorni infatti il Governo scegliera’ il Presidente della nuova Autorita’ delle Comunicazioni, e i Presidenti di Camera e Senato nomineranno l’intera Antitrust, Presidente e cinque Commissari.

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Pubblicato In: Giornali, La Stampa
→  settembre 25, 1997


Tre proposte per due obiettivi: migliorare il funzionamento del mercato del lavoro e ridistribuire in modo più equo le protezioni tra tutti i lavoratori

Ci sono cinque paesi – Cina, Indonesia, India, Russia e Brasile – che rappresentano la metà della popolazione del pianeta: a seguito degli accordi presi in sede Wto, la loro quota nel commercio mondiale, oggi pari al 9 per cento, tra 20 anni arriverà al 22 per cento; e di conseguenza quella dei paesi industrializzati dal 77 per cento di oggi scenderà al 52. Potremo averne grandi vantaggi, vedremo diminuire i costi dei prodotti che consumiamo, se saremo capaci di sostituire con servizi quasi tutti i lavori ad alta intensità di manodopera: in meno di una generazione.

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Pubblicato In: Giornali, La Repubblica
→  settembre 19, 1997


Le voci sono sempre più insistenti e concordi, ormai non è più possibile nasconderlo: la formazione del nucleo stabile per Telecom privatizzata sta incontrando notevoli difficoltà. Ne sono testimonianza la modesta entità delle partecipazioni fin qui annunciate, la dichiarazione di non interesse da parte di alcuni candidati, la stessa disponibilità del Tesoro a ridurre il periodi di impegno a non vendere.

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Pubblicato In: Corriere Della Sera, Giornali
→  settembre 19, 1997


Risposta alla lettera di Ida Vana, presidente Api Torino e Provincia.

La relazione tra ospitare la sede dell’Autorità ed acquisire per questo il titolo di «polo di svilup­po industriale delle telecomuni­cazioni» non sussiste: a meno che non si intenda trasferire per legge a Torino le sedi di Telecom, Me­diaset e Pirelli. Chiarissima inve­ce è la relazione tra le decisioni che l’Autorità assumerà e lo svi­luppo del settore: e su questo non c’è, spero, alcun dissenso con gli amici dell’Api.

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Pubblicato In: Giornali, La Stampa