→ maggio 30, 2002

Da Bertinotti la proposta per un referendum sull’art 18.
“Come se la lezione francese non fosse bastata”: è risaputo che la sinistra, divisa, perde. Stupefacente che, a dirlo, sia Fausto Bertinotti: leggere, per credere, la sua intervista a Repubblica di ieri. Stupefacente ricordando il passato, la caduta del governo Prodi, il mancato accordo sulle candidature al Senato nelle ultime elezioni; ancor più stupefacente detto a proposito del referendum per cui Bertinotti vuole raccogliere le firme, un referendum con cui si chiede che venga abrogata la norma per cui l’art. 18 non si applica alle aziende con 15 dipendenti o meno.
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→ maggio 24, 2002

Il Senatore risponde a Michele Salvati
La crisi Fiat non è sistemica, comune cioè all’intero settore industriale in cui opera, e neppure conseguenza di comportamenti dolosi o criminali come nel caso Enron: é’ una crisi dovuta a decisioni manageriali. Su questo sono assolutamente d’accordo con Michele Salvati. Ma, per discuterne, egli deve fare un premessa “ideologica”: nel capitalismo ci sarebbero “ragioni di illegittimità”, “ragioni profonde intimamente legate a quelle che ne assicurano la straordinaria efficacia nel produrre benessere”; esse discendono dalla proprietà, dato che questa conferisce ad alcuni il potere di prendere decisioni di cui molti pagheranno le conseguenze. Dissento radicalmente.
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→ maggio 24, 2002

C’è un equivoco che aleggia, su cosa sia l’Europa e chi vi attenti, nel dibattito che attraversa il continente dopo le elezioni francesi e olandesi. Ciò che accomuna i successi degli “homines novi”, Pim Fortuyn, Le Pen, Haider, Bossi, è lo “straordinario senso di libertà che incarnano a fronte degli elettori”, ha scritto Barbara Spinelli domenica scorsa.
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→ maggio 19, 2002

Intervista di G. Sar.
«Lo dico da uomo di sinistra: scioperare è un diritto, però occhio alle conseguenze economiche, perché alla fine si paga il conto». Franco Debenedetti, senatore dei Ds, guarda con preoccupazione alla lunga serie di stop nei servizi pubblici.
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→ maggio 18, 2002

Sul problema delle Fondazioni bancarie
“Voi pensate troppo al lato banche e non abbastanza al lato fondazioni”: questa era la principale critica che ci venne mossa quando, sette anni fa, con Alessandro De Nicola, Francesco Giavazzi e Alessandro Penati, presentammo il progetto di privatizzazione delle casse di risparmio. Invece, dicevano i nostri critici, la più importante innovazione del decreto Amato consiste nel far sorgere anche in Italia gli enti no-profit: essi consentiranno che l’iniziativa di soggetti privati completi l’azione dello Stato in settori quali la sanità, la formazione, la cultura, la ricerca.
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→ maggio 17, 2002

Come è fallito il progetto di “privatizzazione spontanea” delle banche
Di tutte le “partite doppie”, la più ricca è quella iniziata dodici anni fa da Giuliano Amato.
Amato voleva privatizzare le banche: ma come privatizzare una cosa che non si sa bene di chi sia? Scindendo in due le Casse di Risparmio, le Fondazioni da un lato, le banche dall’altro, il problema per le banche l’aveva risolto: padroni sono le Fondazioni. Ma chi è il padrone delle Fondazioni? A chi ordinare di vendere le banche?
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