→ ottobre 8, 2005

Replica. A noi.
Caro Direttore,
il Riformista (con l’editoriate intitolato Aiutare, non uccidere) avrà “difficoltà a comprendere” il diritto al suicidio tra i “diritti incoercibili dell’uomo”, ma dovrebbe prima di tutto riconoscere il dato di realtà: in generale è impossibile impedire di suicidarsi (vale purtroppo anche per i kamikaze); e neppure è proibito farlo, dato che la legge non punisce il suicida sopravvissuto.
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→ ottobre 1, 2005

Ricette – Per un capitalismo moderno
Prendere sul serio l’obbiettivo di crescita sostenuta, farne non un capitolo del programma, ma il titolo di tutto il programma: questo è ciò che dobbiamo rispondere a quanti ormai ci chiedono non più cosa faremmo, ma cosa faremo. Quanto? Come? Pur nella brevità di un articolo, qualche indicazione è possibile fornirla.
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→ settembre 27, 2005

Caro Direttore,
“l’aborto[…] è un crimine nascosto dell’uomo e della donna moderni, il più grande alla pari dello sterminio degli ebrei d’Europa”, scrive sul Foglio del lunedì.
Non condivido le posizioni da lei prese in tempi recenti su bioetica, valori, modi con cui combattere il terrorismo: e ora aborto.
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→ settembre 22, 2005

Il senatore Ds: voterò la mozione dell’Unione, ma un’azione di forza è inutile
Senatore Franco Debenedetti, lei concorda con l’odg presentato dall’Unione? Lo voterà?
«Lo voterò: ma solo per disciplina di gruppo. Ritengo sbagliato far discendere il ricambio al vertice di Banca d’Italia dalle ragioni di credibilità, come sostenuto dal Governo: ci sono ragioni molto più importanti per esigerlo, ed è un errore non prendere queste a fondamento della nostra iniziativa».
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→ settembre 13, 2005

La proposta
«Bisogna uscire dal muro contro muro mettendo al primo posto non la resa dei conti sul passato, ma la soluzione politica sul futuro». Franco Debenedetti, senatore Ds, ha una proposta per risolvere il caso Fazio, evitando «un braccio di ferro ed un uso della forza che non converrebbe a nessuno e lascerebbe strascichi per anni». Niente mozioni di sfiducia, che non sono accettabili dal Parlamento. Ma un documento stringato: «Il Governatore della Banca d’Italia è nominato dal Presidente della Repubblica, previa approvazione del Parlamento a maggioranza qualificata, il candidato è indicato dal Governo, dura in carica 7 anni non rinnovabili, presiede un direttorio deliberante con i criteri di collegialità e trasparenza vigenti nella Bce ed è responsabile della stabilità, in un sistema di controllo per funzioni in cui l’Antitrust ha potere su fusioni e concentrazioni anche nel sistema bancario».
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→ agosto 29, 2005

Fondare la sostituzione di Fazio sulla “colpevolezza” è contraddittorio con la volontà di introdurre le riforme: se va mandato via perché non ha rispettato le regole in vigore, bisognerebbe – a rigor di logica- chiedere che venissero rafforzate, non sostituite da altre diverse. Fondarla invece sul cambiamento di politica è più rapido, dà luogo a minor contenzioso, è più dignitoso per il Paese. Soprattutto è un passaggio obbligato se si vuole cambiare davvero.
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