La TV di Veltroni e quella di D'Alema: chi le pagherà?

agosto 13, 2008


Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair

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da Peccati Capitali

“Abbiamo una banca” aveva il punto interrogativo o esclamativo? Due anni fa, tutta la panna del cosiddetto scandalo Unipol fu fatta montare sul tono di quella frase. “Abbiamo una televisione”: con che tono l’annuncio della nascita di YouDem sarà stato pronunciato da Veltroni, ripetuto dal dirigente PD, diffuso dal militante, esclamato dal simpatizzante, letto dal cittadino?

Azzardo, nell’ordine: pacato, enfatico, esultante, dubitante, indifferente. Un paio di giorni prima si era saputo che anche RED, acronimo per “Riformisti e Democratici”, la non-corrente con-corrente interna al PD, avrà avuto la sua televisione: con il che le cose diventano molto più complicate. Tanto per cominciare: in che senso si può dire che RED “avrà” una televisione? RED è stata definita “strumento di comunicazione come una tv satellitare”, e non si può “avere” ciò che si è. E poi RED è una “filiazione” della Fondazione ItalianiEuropei, di cui è presidente Massimo D’Alema: e sarebbe ben riduttivo se RED si identificasse, cambiandogli il nome, con Nessuno TV , la TV satellitare che contribuii a fondare nel 2004 e su cui tengo la mia rubrica settimanale “Il Divano di Franco”.
Restiamo solo su YouDem, la Tv “ufficiale” del Partito Democratico, che sembra averne, nel bene e nel male, tutte le stimmate.

È un bene che il centrosinistra si intitoli un mezzo di comunicazione verso il quale ha (avuto?) un rapporto complicato, nutrito delle critiche del Pasolini corsaro, del Popper moribondo, del Bobbio desolato, del Sartori combattivo. Ma dà da pensare che vi giunga un anno dopo il tentativo (fallito) della Vittoria Brambilla, e quando ormai è su Internet che stanno i mezzi più innovativi di dibattito politico e di propaganda elettorale.

È un bene che il centrosinistra si consideri abbastanza adulto e laico per fare il proprio ingresso nel mondo che ha considerato quello del proprio concorrente politico; ma non si può dimenticare che proprio il centrosinistra non ha voluto, quando lo poteva, fare concorrenza a Mediaset nell’unico modo possibile, privatizzando la RAI.

Ma soprattutto: come saranno finanziate le nuove TV? La legge Gasparri disponeva un generoso rimborso dei costi per le emittenti espressione di gruppi politici. Se DEM e RED usassero queste facilitazioni, dovrebbero riconoscere pubblicamente che quella legge, demonizzata perché “istituiva un regime”, svolgeva una funzione democratica. Se non le usassero, contando sulla generosità degli iscritti, la base del partito “a vocazione maggioritaria” finirebbe per assomigliare piuttosto a una “isola dei migliori”.

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