Caro Direttore,
un equivoco sopra l’altro, la manifestazione di ieri.
Un equivoco la demonizzazione della legge Biagi. Che invece protegge il lavoratore più della precedente legge Treu, e favorisce i contratti a tempo indeterminato. Articoli della legge Biagi sono serviti per trasformare i Co.Co.Co. in lavoratori a programma; da quando è in vigore, l’occupazione è aumentata e la grande maggioranza dei contratti sono diventati a tempo indeterminato.
Un equivoco le parole usate, “precario” e “diritto”. Non è “precario” chi sta acquisendo le competenze del proprio lavoro; non è “precario” chi, forte delle competenze acquisiste, sceglie contratti meno vincolanti, vedendovi possibilità di maggiori vantaggi personali. Il “diritto” a un lavoro a tempo indeterminato dall’età lavorativa a quella della pensione non esisteva neppure nella repubbliche dei soviet. E’ un inganno far credere che a garantire questo “diritto” servano i divieti, e che lo Stato, come ha il potere di fare la legge, abbia anche quello di produrne gli effetti. Un inganno che produce irrigidimenti e aspettative, e così finisce per danneggiare proprio coloro che dice di voler proteggere.
Un equivoco le partecipazioni: una manifestazione in cui non c’è tutta la sinistra antagonista, e non tutti quelli che partecipano si considerano tali; che vorrebbe essere unitaria, ma si divide perfino sulle bandiere; a cui non son voluti venire i no-TAV, e a cui si vorrebbe arruolare il Pontefice.
Un equivoco la politica: eccitare l’antagonismo al Governo, e vantarsi di controllarlo; agitare lo spettro del ’98, e far di tutto perché questa volta siano altri a tradire; sfruttare il potere stando dentro il Governo, e posizionarsi per conservarlo quando se ne sarà fuori.
Intanto l’Italia perde la storica parità di seggi con Parigi e Londra all’Europarlamento, ed è esclusa dal direttorio economico. L’euro verso 1,45 $, il barile verso i 90.
Davvero, non era giornata da equivoci.
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ottobre 21, 2007