Mancuso e le etiche immateriali

agosto 26, 2010


Pubblicato In: Giornali, Il Foglio


Lettera al Foglio

A causa della legge che chiude le pendenze Mondadori col fisco, Vito Mancuso (forse) “se n’è gghiuto”: glielo impone l’etica, stella polare del suo magistero. Ma etica è meditare prima di giudicare, coltivare i dubbi insieme alle certezze. Questa legge, per la sua origine, è sicuramente “ad aziendam”: non potrebbe essere “ad aziendas”?

Chi ha scritto quella norma, non legiferava certo sotto “velo di ignoranza”: ma chi dà a Mancuso la certezza che sotto il velo squarciato dal caso Mondadori non ci siano altre aziende, di cui nessuno si sarebbe curato, con contenziosi col fisco che si trascinano da anni? Se così fosse, Mondadori sarebbe stata oggetto di un accanimento che, anche per senso etico, dovrebbe essere spiegato. L’assunto che la legge risparmi a Mondadori il pagamento del dovuto, sa di giudizio temerario. Mondadori ha vinto in primo e secondo grado, sostenere che avrebbe certamente perso in Cassazione significa dire con altrettanta certezza che quei giudici hanno sbagliato. Non si dimentica certo che proprio su Mondadori magistrati sono stati indotti in “errori” ricorrendo alla corruzione: (1) ma il sospetto che le assoluzioni col fisco siano state comprate, non si é letto su nessun giornale. E se mai così fosse, non ci sarebbe legge “ad aziendam” atta a cancellarlo. Non è invece temerario pensare che le tensioni politiche tra magistratura ed esecutivo possano influenzare negativamente il giudizio della Corte.

Seguire la propria stella polare non esime dall’abbassare lo sguardo sulla situazione di aziende che, con incertezze così rilevanti sui loro bilanci, potrebbero non sapere se sono in utile o in perdita, se possono distribuire dividendi, quali sono i loro meriti di credito. Forse che il modo in cui concretamente viene amministrata la giustizia è una contingenza irrilevante al giudizio etico?

(1) Il testo inviato conteneva questa frase che non é stata pubblicata.

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