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→  marzo 1, 1995


In un Paese a struttura economica ultrastatalista, essere ultraliberista è quasi un dovere. Vedersi attribuire (da Carlo Mario Guerci nell’articolo «La nuova Enel val bene un compromesso» pubblicato sul Sole 24 Ore del 23 febbraio) questa qualifica solo perché si sostiene che la concorrenza è un bene per sé testimonia quanto ancora siamo inaspettatamente lontani dal comprenderne il valore.

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→  febbraio 21, 1995


Il sistema dei media è alla ribalta ovunque. Ma mentre da noi la discussione è polarizzata sulla «intricata partita sulle regole» di cui parla Rodotà (La politica in TV, la Repubblica del 14 febbraio), non passa giorno o settimana che Financial Times, Wall Street Journal, Frankfurter Allgerneine o Economist non riportino notizie di fusioni, acquisizioni, accordi, investimenti per miliardi di dollari.

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→  febbraio 14, 1995


Ricordo che Lei, signor presidente del Consiglio, fu allievo di Cesare Cosciani e ricordo anche un suo pregevole studio sull’imposizione societaria, che probabilmente fu la sua tesi di laurea. Nella mia vita ho dato veramente la mia stima ed il mio affetto a sei o sette persone: Stefano Siglienti, Guido Carli, Gino De Gennaro, Cesare Cosciani, e non nomino coloro che sono ancora vivi (che sono tre del resto, forse quattro con qualche sforzo e con qualche benevolenza). Richiamo il rigore che certamente lei ha sentito nel suo maestro di allora».

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→  febbraio 11, 1995


In una famosa sentenza il giudice Learned Hand, della Second Circuit Court of Appeal statunitense, affermò che nonostante la posizione monopolista (nella fattispecie del colosso dell’ alluminio Alcoa) potesse assicurare prezzi più vantaggiosi ai consumatori, essa andava condannata perché la libertà di concorrenza è un bene per sé. Torna alla mente l’episodio leggendo la parte relativa alla privatizzazione dell’Enel, nella relazione che il ministro dell’Industria C16 ha reso alla commissione Industria del Senato mercoledì scorso.

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→  febbraio 3, 1995


Un qualunque ragionamento sui media finisce, quando non incomincia, con un richiamo, solenne o appassionato, all’obbiettività nel dare le notizie. Discorso antico: Umberto Eco, parlando martedì sera, ospite della Presidenza del Senato, su “Stampa e mondo politico oggi” ricordava come il tema fosse stato oggetto di un convegno ancora negli anni 60: l’unica notizia obbiettiva, si diceva già allora, sarebbe il bollettino meteorologico; la selezione stessa delle notizie da dare, il giustapporlo nell’impaginazione determinano il modo con il quale la notizia viene percepita; all’estremo opposto la sovrabbondanza delle informazioni ne determina praticamente una casuale selezione. Si dimostra così come sia impossibile realizzare quell’imparzialità e obbiettività che pure costituisce, nella mente di tanti, il punto ideale cui dovrebbe tendere l’informazione.

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→  febbraio 2, 1995


Caro Direttore, trovo legittimo che l’opposizione cerchi di evitare il confronto in un momento particolarmente sfavorevole, come sarebbe stato se si fosse andati a votare a marzo. Ma il punto è avere ragioni chiare per farlo, che l’opinione pubblica possa comprendere come valide di fronte all’appello alle urne della destra che, ammettiamolo, ha una sua forza.
Conviene, dunque, domandarsi se per le opposizioni il proposito di spostare in avanti il Momento del confronto elettorale si riveli davvero utile per conseguire l’obiettivo strategico che, non dimentichiamolo, è in primo luogo quello di battere la destra alle prossime elezioni.

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