Debenedetti e De Benedetti

giugno 3, 1995


Pubblicato In: Giornali, La Repubblica


Gli articoli che scrivo in favore della liberalizzazione dei servizi di pubblica utilità, telefono in primo luogo, avrebbero l’efficacia di «cannonate» («Orsi & Tori» del 27 maggio). Ringrazio del riconoscimento: sarei particolarmente lieto se anche MF volesse riportare i miei argomenti, aggiungendosi in tal modo ai principali giornali nazionali, che li hanno trovati interessanti, sì da ospitarli, come lei dice, senza fare «passare giorno».

Secondo quanto scritto in «Orsi & Tori» il mandato parlamentare sarebbe un’«etichetta»: non so quali esperienze e frequentazioni inducano Paolo Panerai a tale giudizio. Io mi sono proposto di esplicarlo in particolare per affermare comportamenti e cultura di mercato, additando (Panerai dice «demonizzando») chi vi si oppone: e ciò dovrebbe interessare i lettori di Milano Finanza. Posso farlo in assoluta libertà di giudizio, non avendo da tempo rapporti patrimoniali ed economici Con il gruppo di mio fratello, e, da quando accettai la candidatura a parlamentare, neppure professionali. Capisco invece e constato che il toccare certe posizioni, in particolare quelle di Stet, pone ad alcuni qualche imbarazzo: e anche questa è una cosa che potrebbe interessare i lettori di Milano Finanza.

Risponde Paolo Panerai.
Come ho scritto in Orsi & Tori, Franco Debenedetti a Torino è definito il fratello buono. Lo conferma egli stesso sentendo la necessità di argomentare su quanto scritto da Milano Finanza, E noto che egli ha sempre cercato un’autonomia dal fratello Carlo. Riesce difficile concludere che ci sia riuscito.
Per esempio sul caso Stet TelecOm ha riportato sul Sole 24 Ore esattamente la stessa tesi sostenuta da operatori vicini a suo fratello ed esattamente i responsabili dei rapporti con gli investitori esteri di Intermobìtiare, la sim diretta dalla signora Franca Bruna Segre, che notoriamente è consulente (e molto di più) di Carlo De Benedetti. La tesi sostenuta da Franco Debenedetti e dagli operatori di Intermobiliare é che l’investimento di Telecom per la cablatura di mezza Italia costerebbe non 13 mila miliardi, come sostenuto dall’amministratore delegato Francesco Chirichigno, ma ben 64 mila, cifra che imporrebbe un fortissimo aumento di capitale.
Con la conseguenza che i titoli Stet e Telecom sono scesi molto in borsa. Credo proprio che questi argomenti siano assai interessanti per i lettori di Milano Finanza. Quanto all’offerta di Franco Debenedetti di scrivere per Milano Finanza, ha fin da ora le pagine aperte. Purché scriva notizie vere e documentate e invochi parità di diritti anche per Cable & Wireless, la società americana che ha chiesto giovedì di poter diventare il terzo operatore del telefonino.

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