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→  luglio 8, 1999


Si isti et istae cur non ego?

“ Si isti et istae cur non ego?” Negli anni dal 1993 al 2000 l’Irlanda sarà cresciuta del 78%, la Spagna del 23, il Regno Unito del 19, la zona dell’euro del 18: e l’Italia del 13, peggio perfino della Germania.
La Spagna può snocciolare altri indicatori di crescita, quello del PIL dell’anno in corso, o quello dell’occupazione (che dal 1997 al 2000 fa registrare questa impressionante serie di aumenti percentuali: 2,9 – 3,4 – 2,6 – 2,4), o quello del capitale fisso. “L’Italia da dieci anni cresce di meno degli altri paesi tra cui abbiamo voluto essere, e questo è un problema di fondo”: l’ha riconosciuto Massimo D’Alema, nel suo intervento ieri al Senato.

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→  giugno 16, 1999


E’ la frammentazione dei consensi, più che la loro somma aritmetica, il dato più negativo per il centro-sinistra nel risultato delle elezioni europee.
Sarà inutile rivolgere ammonimenti e allettamenti alle formazioni minori, anzi l’insuccesso le indurrà ad avvinghiarsi ancor più allo scoglio della propria identità. Adesso la partita nel centro-sinistra si gioca tra il partito di D’Alema Veltroni e quello di Prodi Di Pietro.

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→  giugno 3, 1999


Stabilità e concorrenza: il problema di come creare un ambiente economico che garanti­sca entrambi questi valori è stato riproposto dalle Considerazioni fi­nali, là dove il Governatore della Banca d’Italia ha trattato il tema della vigilanza e delle aggregazioni bancarie. Tra i due valori, stabilità e concorrenza, Antonio Fazio non ha dubbi su quale debba avere la preminenza.

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→  maggio 26, 1999


Si é chiusa l’epoca eroica dell’Antitrust?
Ascoltando ieri il Presidente dell’Autorità presentare la sua relazione annuale provavo la tentazione di cedere a questo moderato ottimismo. Ricordavo le prime relazioni di Giuliano Amato, quando sembrava che “mercato” e “concorrenza” fossero le parole della fede di pochi iniziati, che avessero la carica rivoluzionaria di un vangelo da diffondere.

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→  maggio 6, 1999


La contingenza pre-contrattuale può giustificare che si alzino i toni; ma se le analisi sono tanto semplificatrici da apparire rozze, il risultato nuoce alla credibilità stessa di chi le enuncia.
Stiamo parlando, come si sarà capito, della recente intervista di Sergio Cofferati “Un capitalismo egoista sta fiaccando l’economia” (La Repubblica, 4 maggio ). Sarebbe fin troppo facile ribattere ricordando quanta responsabilità sindacale ci sia nei vincoli che ostacolano lo sviluppo, dalla flessibilità alla burocrazia centrale e locale, dai trasporti alla scuola. Ma il problema posto da Cofferati é un altro e va affrontato con serietà non fosse altro perché il suo “senza qualità” sembra riecheggiare, sia pure con toni e accenti assai diversi, il “senz’anima” pronunciato pochi giorni fa da Carlo Azeglio Ciampi.

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→  aprile 29, 1999


“Lo sviluppo da consentire” é l’obbiettivo che la politica deve porsi

Come quelli che l’hanno preceduto nella serie, anche questo articolo comparirà sotto il titolo “lo sviluppo da rilanciare”. Ma la locuzione a me pare logicamente contraddittoria, dato che ha in sè la negazione del proprio assunto; infatti, se lo sviluppo é l’obbiettivo, proporsi di “rilanciarlo” non indica una soluzione, ma piuttosto crea un problema. “Lo sviluppo da consentire”, questo é il titolo che vorrei; perché questo é l’obbiettivo che la politica deve porsi.

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