→ ottobre 14, 2016

L’Italia non funziona a causa degli interessi coalizzati. Le brochure non c’entrano
Investite in Italia, abbiamo ingegneri bravissimi che costano meno che altrove”, scrive il ministero dello Sviluppo Economico nella brochure “Invest in Italy”. L’affermazione scandalizza Eleonora Voltolina (La Repubblica degli Stagisti), è ripresa da “Diritti globali”, è fatta oggetto di interrogazione da Sinistra italiana in quanto “vergognoso e imbarazzante”, è “una logica da rottamare” per l’Istituto Gramsci su Huffington Post, e via deprecando: la Repubblica ne riferisce il 3 ottobre e, con l’editoriale di Fabio Bogo su Affari & Finanza, rincara la dose.
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→ settembre 17, 2016

La commissione-esattrice e il sogno di riformare il fisco americano brandendo la mela
Un miliardo! Tanti sono gli iPhone venduti nel mondo da quel 2007 in cui Steve Jobs ne lanciò la prima versione. Quando sullo schermo del Keynote Apple a San Francisco dove il suo successore Tim Cook ne presentava la settima versione sono apparse quelle dieci cifre, credo che nessuno, né tra quelli che applaudivano in sala né tra quelli che seguivano l’evento in streaming sul proprio computer, abbia avuto il minimo dubbio su dove sia nata l’idea, dove si sia realizzato il prodotto, quale sia stato il centro che ha attratto nella sua orbita migliaia e migliaia di applicazioni, chi ci sia stato dietro il succedersi dei perfezionamenti di un oggetto che ha cambiato il nostro modo di comunicare, di lavorare, di rapportarci agli altri. E quindi dove si realizzi l’alchimia che trasforma scatolotti di metallo, plastica ed elettronica, comperati in giro per il mondo e assemblati in Cina per pochi dollari, in prodotti che i consumatori sono pronti a pagare anche il doppio di quelli dei concorrenti.
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→ settembre 17, 2016

La commissione-esattrice e il sogno di riformare il fisco americano brandendo la mela
Un miliardo! Tanti sono gli iPhone venduti nel mondo da quel 2007 in cui Steve Jobs ne lanciò la prima versione. Quando sullo schermo del Keynote Apple a San Francisco dove il suo successore Tim Cook ne presentava la settima versione sono apparse quelle dieci cifre, credo che nessuno, né tra quelli che applaudivano in sala né tra quelli che seguivano l’evento in streaming sul proprio computer, abbia avuto il minimo dubbio su dove sia nata l’idea, dove si sia realizzato il prodotto, quale sia stato il centro che ha attratto nella sua orbita migliaia e migliaia di applicazioni, chi ci sia stato dietro il succedersi dei perfezionamenti di un oggetto che ha cambiato il nostro modo di comunicare, di lavorare, di rapportarci agli altri. E quindi dove si realizzi l’alchimia che trasforma scatolotti di metallo, plastica ed elettronica, comperati in giro per il mondo e assemblati in Cina per pochi dollari, in prodotti che i consumatori sono pronti a pagare anche il doppio di quelli dei concorrenti.
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→ settembre 3, 2016

Franco Debenedetti tra i firmatari della lettera aperta a sostegno del libero scambio promossa da The Adam Smith Society.
Contro i teorici della chiusura. Contro i sabotatori dei trattati di libero scambio. Contro i nemici del mercato. Nasce un manifesto trasversale per la difesa della società aperta e del libero commercio. Qui le prime firme.
La liberalizzazione del commercio e degli investimenti a livello globale è stata per decenni uno dei motori principali di crescita e progresso sia nei paesi sviluppati che in quelli cosiddetti emergenti. I benefici del libero scambio sono stati messi in risalto da vari economisti nel corso dei secoli, da Adam Smith a David Ricardo agli studi di Heckscher-Ohlin e Marc J. Melitz. Dopo una lunga fase in cui ha prevalso l’approccio multilaterale, negli ultimi anni il congelamento del round negoziale di Doha all’interno del WTO ha stimolato la conclusione di accordi bilaterali a carattere preferenziale, nonché accordi di cosiddetta “nuova generazione” come quello concluso tra Unione Europea e Canada (CETA) e quello ambizioso in corso di negoziazione con gli USA: il TTIP.
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→ luglio 22, 2016

Al Direttore.
Kairòs kai agathòs!
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→ luglio 16, 2016

Contraddittori, controproducenti, imbarazzanti e omessi
Sul problema bancario è venuto il tempo di un meta-intervento: la mole di quanto è stato argomentato, tra articoli ed interviste, giornali e blog, ciò che bisognerebbe e ciò che non bisognerebbe fare, è cresciuta a tal punto che è necessario procedere a una classificazione.
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