→ dicembre 17, 2016

Al direttore.
Succede un fatto che suscita emozioni e preoccupazioni; si chiede al potere pubblico di porvi rimedio; e i mezzi con cui si chiede di farlo sono quelli che, usati in passato, ne sono stati la causa. Succede anche nella vicenda Mediaset-Vivendi: anch’essa riguarda il presente ma non può dimenticare il passato, e per questo “non è legata semplicemente alla conquista di una delle più grandi aziende italiane”, come scriveva giovedì il direttore. Si determinano quindi due ambiti di discorso, che conviene tenere separati: uno dei fatti che “semplicemente” sono, e uno di quelli che “non semplicemente” potrebbero essere e forse saranno: e del perché lo sono. Il discorso del “semplicemente” è quello che sta facendo il presidente Gentiloni, e di cui è doveroso dargli atto: questa operazione, ha detto a Class Cnbc, non coinvolge lo Stato.
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→ dicembre 16, 2016

Al direttore.
Tutto è normale nell’Itis Pininfarina di Moncalieri e nelle sue merendine. Normale che l’autorità reprima un’attività che, se generalizzata, trasformerebbe la scuola in un suk; normale (siamo ottimisti, è Natale) che qualcuno vi veda un’iniziativa “imprenditoriale” da premiare. Normalissima poi la protesta degli studenti, al punto da rendere l’episodio un apologo di come vanno le cose nel nostro paese. Da noi non manca chi si accorge delle inefficienze, vede i vantaggi che con l’eliminarle verrebbero a sé e ad altri. Ma il cittadino diffida dell’iniziativa individuale, sta dalla parte di chi difende le regole, e sopporta il danno che gliene deriva. Nessuno se la prende col regolatore (il preside), che con le sue regole (le merendine si possono comperare solo alle macchinette) crea un monopolio, e non si cura di controllare il costo (bastava che andasse a comperare una merendina al supermercato) e negoziare il prezzo (vendere grosse quantità senza commessi dovrebbe consentire prezzi ancora inferiori. La gente ha paura della libertà, non crede nei benefici della concorrenza. Vale per le merendine come per i servizi pubblici locali, per l’istituto di Moncalieri come per le municipalizzate del comune. E alla maggioranza sta bene: il preside rimane al suo posto, e nessun sindaco ha perso le elezioni perché non ha eliminato un monopolio.
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→ novembre 5, 2016

1349, 1703, 1832: sono le date di (alcuni dei) terremoti devastanti in Umbria. Quello che fa unico e prezioso iI carattere dei paesi colpiti, quello che vediamo distrutto e temiamo di poter perdere, sono le ricostruzioni che le generazioni passate fecero dopo quei disastri. Sono quelle il loro lascito. E noi, che cosa lasceremo alle generazioni future?
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→ novembre 2, 2016

Al Direttore.
Questo referendum del 4 dicembre è come un fruttivendolo che offre ad una massaia un cesto di mele: ce ne sono alcune belle ed appetitose, alcune marce schifose, alcune così così. La massaia perplessa chiede quanto costa? Il fruttivendolo risponde: niente. Ma c’è una condizione: le deve mangiare tutte, nessuna esclusa.
Elio Culot.
Elio Culot non la conta tutta sul fruttivendolo, la massaia e le mele. Se compera il cesto di mele – aggiunge il negoziante – quelle più “marce e schifose” potrà trovare il modo di scartarle. Se non lo compera, dovrà per forza mangiare quest’altro cesto. Le mele “marce e schifose” sono tante, e quelle che ancora non lo sono, lo diventeranno: perché durerà almeno vent’anni.
Franco Debenedetti.
→ ottobre 21, 2016

Al Direttore.
Questa è una lettera aperta al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
Caro Paolo, l’Italia si è astenuta nella votazione con cui l’Unesco ha approvato in via definitiva la risoluzione in cui i luoghi santi della Città vecchia di Gerusalemme vengono menzionati esclusivamente con i loro nomi islamici e in cui si definisce Israele “potenza occupante”. Ti conosco da anni, ho anche scritto un libretto in polemica con una tua legge, ho motivo di ritenere che la mia stima sia ricambiata. Ricordo le tue iniziative durante la sindacatura Rutelli: non devo spiegare a te che cosa significa la risoluzione dell’Unesco per Israele e per gli ebrei, perché questa venga a ragione considerata una Shoah culturale. Ma voglio sapere il come e il perché.
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→ ottobre 20, 2016

Al Direttore.
Monti dice no, ma potrebbe aiutare il sì. Obama dice sì, ma potrebbe essere un boomerang. Quanto a me, cito a memoria: “Il vostro linguaggio sia sì, sì. Il resto è del demonio.”
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