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→  maggio 1, 2010


di Massimo Mucchetti

Il ritratto I nuovi criteri per la composizione del consiglio di gestione

La candidatura Beltratti, la lente del Tesoro e l’ ipotesi Salza-bis La quota del 10% Il confronto fra le Fondazioni, i requisiti e il 10% di Torino in un colosso dove gli investitori istituzionali hanno il 28%

Il giorno dopo il ritiro di Domenico Siniscalco, mentre l’ assemblea di Intesa Sanpaolo riunita a Torino nomina il nuovo consiglio di sorveglianza, emerge in tutta la sua debolezza la posizione della Compagnia di San Paolo: non basta avere il 10% dei voti per determinare le sorti di un colosso bancario dove gli altri soci eccellenti mettono assieme il 28% e gli investitori istituzionali un 10% abbondante.

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→  maggio 1, 2010


di Lamberto Dini

CREDITO E POLITICA

Caro Direttore, dopo i recenti, innegabili, successi elettorali, il ministro Bossi ha rivendicato una maggiore influenza del suo partito sulle grandi banche del Nord. Lo ha fatto con quel linguaggio diretto e quel gusto della provocazione che lo contraddistingue. Ne è nato un vivace dibattito pubblico, che potrà addirittura risultare utile se aiuterà a chiarire l’ essere e il dover essere dei rapporti fra banche e politica.

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→  aprile 17, 2010


TOGLIERE LA MENSA SCOLASTICA A UN BAMBINO E’ SEMPRE UN’INGIUSTIZIA, PERCHE’ NON SI PUO’ FAR CARICO A LUI DEI COMPORTAMENTI DEI SUOI GENITORI, PER QUANTO SCORRETTI – MA IN MOLTI ALTRI CASI IL RISCHIO DI DIFENDERE INDEBITAMENTE POSIZIONI DI RENDITA PARASSITARIA DEVE ESSERE ATTENTAMENTE CONSIDERATO E LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA ETICO-POLITICO NON E’ ALTRETTANTO FACILE

Editoriale di Andrea Ichino su La Stampa del 17 aprile 2010

Di fronte a bambini messi alla berlina in mezzo ai loro compagni solo perché i loro genitori non hanno pagato la retta della mensa o dello scuola-bus, è naturale gridare all’ingiustizia. E il motivo è che quei bambini non sono certo responsabili di questa situazione. Ma proprio questo motivo ci invita ad una riflessione su quali siano le situazioni in cui è opportuno che la collettività si faccia carico dello stato di indigenza e povertà dei suoi membri e quali invece quelle in cui l’assicurazione sociale può diventare uno strumento che finisce per proteggere rendite parassitarie.

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→  aprile 1, 2010


dalla rivista Mondo Contemporaneo
recensione di Pierluigi Allotti


Il rapporto tra politica e televisione è l’oggetto dell’interessante volume di Franco Debenedetti, ex senatore del centro sinistra, e di Antonio Pilati, esperto di media e attuale componente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (dal 1998 al 2005 è stato anche componente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni). Si tratta di una saggio composto di due parti: la prima, scritta da Debenedetti, è una Storia politica della televisione che, facendo ricorso a un’ampia bibliografia, offre una interpretazione non convenzionale di un tema che meriterebbe senz’altro di essere approfondito in sede storiografica; la seconda, scritta da Pilati, è invece una Storia delle politiche televisive in cui vengono esaminate, con un taglio talvolta troppo tecnico, le modalità con cui è stato regolamentato il settore radiotelevisivo.

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→  marzo 17, 2010

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Agcom, antitrust e la mano della politica

di Sergio Rizzo

Le intenzioni di partenza erano ottime. Le authority dovevano essere gli anticorpi della società moderna contro i soprusi dei monopoli, l’avidità degli speculatori e le intrusioni improprie della politica. Compiti da far tremare i polsi a chiunque, in un Paese con una lunga tradizione statalista dove il mercato ha sempre faticato ad affermarsi. Il requisito fondamentale per assolverli con efficacia era l’indipendenza. Una indipendenza non soltanto formale: nomine non influenzate dalla politica, autonomia finanziaria e possibilità di mostrare i muscoli.

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→  marzo 17, 2010

il_riformista
di F. G.

A seguito delle intercettazioni della procura di Trani, nel tritacarne, insieme a politici di primo e secondo piano, è finita anche l’Agcom. Franco Debenedetti ebbe un ruolo di primo piano nella formulazione della legge che istituisce le autorità di regolazione. A lui chiediamo che cosa ne pensa delle accuse, in particolare di quella di aver perso la propria caratteristica d’indipendenza. La parola indipendente, risponde Debenedetti, non ha senso se non si specifica “da chi”.

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