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→  settembre 19, 1997


Le voci sono sempre più insistenti e concordi, ormai non è più possibile nasconderlo: la formazione del nucleo stabile per Telecom privatizzata sta incontrando notevoli difficoltà. Ne sono testimonianza la modesta entità delle partecipazioni fin qui annunciate, la dichiarazione di non interesse da parte di alcuni candidati, la stessa disponibilità del Tesoro a ridurre il periodi di impegno a non vendere.

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→  agosto 26, 1997


Con la pubblicazione sulla “Gazzetta Ufficiale” delle procedure per la costituzione del nucleo stabile, si è aperta la fase finale della vendita di Telecom.
Il risultato è prevedibile: quote di capitale molto frazionate, divise tra istituzioni finanziarie e qualche industriale, il chip assicurativo di qualche player mondiale, sempre che la gazzarra protezionistica non lo faccia dileguare.

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→  novembre 27, 1996


La privatizzazione del monopolio telefonico e’ di nuovo slittata; se Stet-Telecom verra’ privatizzata, sara’ a prezzo di una golden share “pesante” e applicata all’intero gruppo: questo l’esito piu’ probabile, se le buone intenzioni di Ciampi e Bersani dovranno piegarsi ai molteplici interessi, ideologici e non, in gioco. A essi si puo’ solo contrapporre la concretezza di 10.000 miliardi: questo e’ infatti l’ordine di grandezza del costo della golden share applicata al gruppo Stet.

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→  gennaio 8, 1996


L’At&t taglia 40 mila posti di lavoro, 24 mila dei quali riguardano posizioni manageriali; Telecom Italia ottiene la ‘rimodulazione’ delle tariffe, in pratica l’aumento del canone e delle telefonate urbane contro una riduzione di quelle interurbane e internazionali. È certamente un caso che le due notizie siano arrivate a distanza di un paio di giorni l’una dall’altra, ma entrambe fanno parte di uno stesso quadro, il futuro delle telecomunicazioni sotto le azioni combinate di progresso tecnologico e concorrenza.

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→  dicembre 24, 1995


Il procedere riluttante, la politica del ‘sì, ma…’ , costa al paese. Gli esempi dei costi inutili (per dirla chiaramente, degli sprechi) continuano ad arricchirsi. In Spagna è stata approvata la legge che liberalizza il settore delle telecomunicazioni via cavo, e sarà in vigore tra un paio di settimane: operatori privati, diversi dalla Telefónica de Españia, corrispondente alla nostra Telecom, potranno fornire servizi multimediali, trasmissione dati, telefonia vocale dal 1998. La legge spagnola andrebbe integrata con disposizioni che consentano di eliminare davvero gli squilibri dovuti alla presenza del monopolio. Ciò che conta è che gli spagnoli sono arrivati prima di noi a lanciare un segnale ai mercati, e agli investitori.

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→  dicembre 19, 1995


L’unica, definitiva occasione per dare al paese un sistema concorrenziale nel settore più importante per un’economia avanzata: questo è ciò che è in gioco nel passaggio in parlamento, iniziato in questi giorni, del progetto di legge Gambino sulle telecomunicazioni, coordinato con altri cinque progetti ( tra cui uno del sottoscritto, presentato alla Camera dall’on. Masi). Qualche osservazione è opportuna per richiamare la centralità di questo obbiettivo, evitando che lo si perda di vista nella valanga di emendamenti, sotto la pressione di corposi interessi, nell’insidia degli equivoci.

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