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Archivio per il Tag »recessione«

→  febbraio 21, 2012


Leggere l’articolo 18 ad Atene, si potrebbe dire parafrasando il titolo del noto best seller di Azar Nafisi. Fa riflettere anche noi la città che brucia, i disordini per le riduzioni di stipendio ai dipendenti pubblici, per i licenziamenti massicci del settore privato, per le privatizzazioni fatte con l’acqua alla gola; il tutto mentre il Pil è in calo del 6% nel 2011 e peggio si prevede per l’anno in corso, dopo una ristrutturazione del debito pubblico che dovrebbe far passare il debito, tra dieci anni, dal 160% al 120% sul Pil. Fa riflettere, e non solo perché quel numero, uguale al nostro 120%, ci suona inquietante e suscita fastidiosi pensieri.

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→  febbraio 19, 2012


di Eugenio Scalfari

Vent’anni dopo Tangentopoli la Corte dei conti, ripetendo una denuncia più volte portata all’attenzione del governo, del Parlamento e della pubblica opinione, ha segnalato che la corruzione è il male più diffuso nella società italiana e l’ha quantificata in 60 miliardi annui. Sommandola all’effetto tributario di minori entrate derivanti dall’evasione (quantificabile in 120 miliardi), si ha una cifra complessiva di 180 miliardi.

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→  dicembre 20, 2011


dalla rubrica Peccati Capitali

La manovra ha battuto il record della pressione fiscale, il 56% per quelli che le tasse le pagano: anche questo governo non riesce a diminuire i soldi gestiti dalla politica.
Peccato capitale, pessimo modo di chiudere e iniziare un anno. La gente oggi mugugna, domani soffrirà per la recessione, ma piega il collo rassegnata (ci sono perfino i masochisti contenti). Eppure non è sempre così, ci sono casi in cui il Governo ha dovuto fare marcia indietro. Perché per i taxisti sì e per le tasse no?

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→  dicembre 17, 2011


Giustificato l’orgoglio del Presidente Monti di avere portato in aula e fatto approvare in breve tempo la sua manovra. La sua rivendicazione di avere fatto le cose che i partiti non erano stati in grado di fare, si presta invece a essere variamente commentata: perché se c’è una cosa che i partiti sono sempre stati capaci di fare è quella di aumentare le tasse; né sembra possa considerarsi titolo di merito avere battuto il record di pressione fiscale, il 45,6%, (per coloro che le tasse le pagano significa il 54%). Anzi, guardando bene, sarebbe più corretto dire che Monti non è riuscito a fare cose che, bene o male, con ritardi e contraddizioni, comunque i partiti erano riusciti a fare, privatizzazioni da Oscar e liberalizzazioni a lenzuolate.

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→  dicembre 4, 2011


L’80% degli italiani, secondo Renato Mannheimer, sarebbe a favore di un’imposta patrimoniale. Per arrivare a una percentuale così alta, bisogna mettere insieme i gruppi più disparati, chi ha un lavoro stabile e chi lo cerca, gli anziani che vivono di risparmi e i giovani che tirano avanti con lo stipendio, chi legge e chi ha difficoltà a capire un testo anche semplice: difficile che tutti abbiano in comune uno stesso interesse economico. Devono quindi essere motivazioni diverse a coalizzare quell’80%, non economiche, ma ideologiche ed emotive.

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→  ottobre 17, 2010


Nell’ingranaggio del mercato pesano ostacoli posti dal decisore pubblico.

La recente nomina del ministro dello Sviluppo conferisce significato di viatico allo studio L’economia italiana tra crisi e nuova globalizzazione eseguito dall’area ricerca economica di Banca d’Italia guidata da Salvatore Rossi. Il Foglio ne ha anticipato i contenuti principali sotto il titolo «Per una politica industriale liberal-liberista», un ossimoro che invita a una riflessione generale.

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