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→  luglio 7, 1996


Di fronte alla incredibile sparata sul matrimonio Rai-Stet di cui si è parlato al convegno Telecom di Napoli, si capisce l’imbarazzo di Maccanico: «Non sono cose che deve fare un Ministro», ha osser­vato il titolare del dicastero delle Poste.
Le due aziende di stato, Stet e Rai, tentano, fondendosi, di su­blimare a un livello più elevato di complessità normativa e azien­dale i problemi che stanno loro di fronte: la Raí per le richieste di pluralismo e di una progressiva privatizzazione; la Stet per la sfida della liberalizzazione dei servizi imposta da Bruxelles e la necessa­ria conseguenza di accettare regole asimmetriche.

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→  ottobre 14, 1995


A essere pessimisti non si corre nessun rischio, a essere liberisti, nel nostro paese, sì. Questa è la considerazione che viene in mente leggendo il Geronimo di giovedì, quello su banche e fondazioni. Il nostro, sostiene pessimista Geronimo, non è un mercato: una Borsa asfittica, dove i piccoli risparmiatori sono taglieggiati, i fondi pensione non esistono, e scorrazzano le mani forti. Chi conta su un mercato siffatto per restituire alla proprietà privata le banche possedute da fondazioni non può non avere un altro disegno, quello di consentire a quelle stesse mani forti di impadronirsi prima delle banche e poi delle privatizzande Enel, Stet. Conclusione: il liberismo non fa per noi, lasciamo perdere le privatizzazioni: in queste condizioni sarebbero solo occasione per un «esproprio non proletario».

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→  settembre 25, 1995


La polemica estiva sui confronti tra Enel e sistema elettrico inglese si potrebbe liquidare osservando che trarre dagli andamenti dei prezzi argomentazioni a favore o a sfavore degli assetti dei settori, induce ad affermazioni non scientifiche (in senso popperiano) in quanto non confutabili: infatti paragonando un sistema pubblico e unitario con uno privato e pluralista, dal confronto dei numeri non si potrà mai desumere quanto sia dovuto alla differenza tra pubblico e privato e quanto a quella tra unitario e pluralista.

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→  agosto 25, 1995

Le reazioni con cui è stata accolta la recente segnalazione di Amato sono, per certi versi, ancora più significative della questione ‘privatizzazione Enel’ che ne è l’oggetto. Esse da un lato confermano la grande autorevolezza dell’Autorità, sono un attestato dell’incisività che le ha saputo imprimere il suo attuale presidente. Dall’altro rivelano quanto forti siano le resistenze culturali a lasciare libero gioco alle forze del mercato e della concorrenza, o quanto radicate le nostalgie: così Rasi (An), accusando Amato di fare un intervento politico, sembra rimpiangere gli interventi di politica industriale di cui ricordiamo alcuni remoti fasti ma ancora lamentiamo i postumi di numerosi e recenti nefasti.

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→  luglio 9, 1995


Il Tesoro vendendo la seconda tranche dell’Imi, ne ha ceduto il controllo a San Paolo, Cariplo e Monte dei Paschi. Si delinea così un superpolo bancario le cui forze potrebbero rendere meno univoco il sistema del credito. Però la maggioranza di tutte e tre le banche appartiene alle rispettive Fondazioni, i cui vertici sono nominati su indicazioni del potere politico. La ‘privatizzazione’ dell’Imi si riduce quindi di fatto a una sua pubblicizzazione: di qui i giudizi fortemente critici di molti commentatori. Restano però le domande: si poteva fare diversamente? che cosa si può fare per il futuro? che cosa nell’immediato?

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→  marzo 16, 1995


Alla fine del secolo scorso, Camillo Olivetti si recava negli Stati Uniti insieme a Galileo Ferraris, di cui era assistente. La ricerca italiana nel campo elettrotecnico era allora all’avanguardia e proprio questo aveva spinto i due al lungo viaggio. Molte cose hanno imparato dagli Usa gli imprenditori dell’Italia che si andava industrializzando. Ma mentre alcuni della lezione americana recepivano soprattutto i metodi del taylorismo e del fordismo, che cosa impressiona di più il giovane Camillo Olivetti? Il fatto che in America la classe dirigente aveva una mentalità anticonservatrice, così diversa dall’abito curiale e notarile del ceto politico e dalla burocrazia italiana.

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