→ marzo 1, 2013

Intervista di Matteo Rigamonti
Intervista a Franco Debenedetti, che analizza il voto: «Bersani? Se l’obbiettivo è solo “smacchiare il giaguaro”, si fa la fine della “gioiosa macchina da guerra”».
«Il verdetto delle urne dimostra che se l’obbiettivo è solo “smacchiare il giaguaro”, si fa la fine della “gioiosa macchina da guerra”». Secondo Franco Debenedetti, a pesare nella disfatta del Pd è stata soprattutto la gestione un po’ “vecchio stile” del partito e delle primarie. Ma a fronte dell’affermazione decisa del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, a uscire con le ossa rotte dalle urne sono stati anche Berlusconi («c’è un limite a quello che si può ottenere con gli strumenti della comunicazione») e soprattutto Monti, che difficilmente avrà «la possibilità di rientrare nei giochi». Il premier uscente, afferma Debenedetti a tempi.it, ha commesso anche un “peccato capitale”, per dirla con il linguaggio del suo ultimo libro (Il peccato del professor Monti, edito da Marsilio Editori): inseguendo a tutti i costi la sostenibilità dei conti pubblici ha coltivato il suo «pregiudizio negativo verso la vita politica».
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→ febbraio 28, 2013

Se campagna elettorale ed elezioni sono il momento culmine in cui si riassume il funzionamento della democrazia, quelli che pensano che la democrazia sia un metodo per la selezione delle élite hanno un motivo in più per provare sconcerto di fronte al risultato di queste elezioni. Non è solo che i sondaggi sembra non servano più a orientarci, che in questo Parlamento sembra impossibile formare una maggioranza, e che alla Camera il primo partito sia un movimento anti partito. Le ragioni di choc vanno molto più in profondità, toccano il meccanismo stesso di formazione del consenso democratico.
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→ febbraio 18, 2013

“Monti, tanto determinato nel voler cambiare la testa degli europei, se si tratta di cambiare quelle degli insegnanti, dei professori, dei medici, degli impiegati pubblici, degli artigiani, delle scatole cinesi, di sindacati e magistrati, esita: e tassa”, sostiene Franco Debenedetti, fratello maggiore diCarlo De Benedetti e ex senatore della sinistra.
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→ febbraio 18, 2013

di Stefano Folli
Giunto quasi alla fine del suo brillante «pamphlet», scritto con la penna del polemista di vaglia, Franco Debenedetti butta lì una frase chiave, di quelle che inquadrano bene un problema storico e politico in dieci parole. Scrive Debenedetti che l’Italia di oggi avrebbe bisogno di un De Gaulle, mentre il modello di Mario Monti è Jean Monnet.
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→ febbraio 17, 2013

Nella lettera che la Bce ha mandato al governo nell’agosto 2011 c’erano dei vincoli, delle prescrizioni e delle raccomandazioni che andavano al di là di ciò che normalmente l’Europa chiede di fare ai vari Paesi», dice Mario Monti intervistato da Federico Fubini.
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→ febbraio 14, 2013

di Paolo Cirino Pomicino
L’appassionato dibattito acceso sul bel libro di Franco Debenedetti (“Il peccato del professor Monti”) e di cui Il Foglio ha dato eco con un confronto a più voci non può che essere musica per le orecchie di un professionista della politica. E tanto per mettere subito i piedi nel piatto, con il termine “professionista della politica” indico una precisa “competenza” che non si esaurisce in una conoscenza tecnica e il cui cuore pulsante è la capacità di mettere in un progetto comune interessi diversi presenti nelle società moderne cogliendone le complementarietà e raccogliendo intorno a esso il più largo consenso popolare.
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