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→  maggio 15, 2008


di Roger Abravanel

La scarsa cultura del merito, come dimostra Roger Abravanel, è la causa principale dell’impoverimento del nostro paese; inoltre ha fatto dell’Italia la società più ineguale del mondo occidentale.

Meritocrazia ricostruisce la storia di un’idea rivoluzionaria e delle sue prime applicazioni, nelle più prestigiose università americane e nell’Inghilterra laburista. Illustra i valori profondi di giustizia e di eguaglianza su cui sono fondate l’ideologia e la cultura del merito.
Spaziando dalla Francia a Singapore, presenta una serie di esperienze pilota nelle aziende, nella pubblica amministrazione, nei sistemi educativi, nelle organizzazioni militari.

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→  marzo 8, 2008

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Globalizzazione. Analisi e critiche

Nel suo ultimo saggio l’ex ministro dell’Economia prende di mira le politiche del capitalismo asiatico, ma dimentica il benessere generato in pochi anni.

È un messaggio o un saggio? Ne “La paura e la speranza” di Giulio Tremonti la pars destruens, in cui si descrivono le ragioni della paura, è un messaggio da leader politico, con buone radici populiste. La pars construens, in cui disegna un cammino per la speranza, è il saggio politico, di techné politiké , che traguarda problemi globali su orizzonti planetari.

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→  febbraio 28, 2008


a cura di Luca Ricolfi

Negli ultimi dieci anni la nostra economia ha cominciato a perdere di competitività, e da allora il distacco dalle altre economie europee è rimasto identico. Tutti gli squilibri sociali denunciati alla fine degli anni Novanta ci sono ancora; le nostre imprese sono sempre le più tartassate d’Europa; idem per quanto riguarda la lentezza della giustizia, lo stato delle carceri, il funzionamento delle ferrovie, il costo dell’energia. Dopo gli anni spensierati della Prima repubblica, che ha visto la crescita senza freni del debito pubblico, abbiamo assistito al tentativo di risanare i conti dello Stato, ma con un unico strumento, e cioè la pressione fiscale.

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→  febbraio 20, 2008


di Marco Alfieri

Da quando esistono Forza Italia e la Lega, la “questione settentrionale” è diventata uno dei trailer mediatici più di successo della seconda repubblica. Ma la sinistra, nel profondo nord, ha sempre perso. Nord terra ostile, appunto.
Attraverso un’analisi acuta e disincantata – a metà tra pamphlet di scenario e reportage sul campo – il libro racconta in presa diretta la modernizzazione, spesso caotica ma vitale, di territori a capitalismo diffuso dove la qualità delle infrastrutture, la competitività della propria azienda, i tanti lavori invece del ‘posto fisso’, il rapporto con il fisco, le lentezze della burocrazia e l’emergenza sicurezza sono dimensioni decisive nelle scelte di voto.

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→  febbraio 1, 2008


Occidente contro Occidente
di Andrè Glucksmann
Prefazione di Franco Debenedetti
Editore Lindau, 2008
pp. 214


Occidente diviso, Occidente unito. Il che è la stessa cosa. Perché in Occidente, dai tempi di Atene, spada in un pugno e denaro nell’altro, sono mossi — a differenza dell’Oriente autocratico o teofanico — da una teoria della sovranità e della legittimità del pensiero condiviso, come insegna Leo Strauss nel suo Gerusalemme e Atene, studio sul pensiero politico dell’Occidente. Per quanto oggi più che mai semplificatoria appaia la sintesi hegeliana del movimento della storia universale, resta di una certa validità quello che Jakob Burckhardt scriveva, nelle sue Riflessioni sulla storia universale, «che la storia universale sia la rappresentazione del modo come lo spirito pervenga alla consapevolezza del proprio intimo significato: vi dovrebbe aver luogo una evoluzione della libertà, in quanto nell’Oriente era libero uno solo, poi presso i popoli classici pochi, e l’era moderna rende liberi tutti».

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→  gennaio 16, 2008


di Alberto Arbasino

Gadda che, com’è noto era un «celibatario solo come uno stecco», non ha mai proliferato né intrattenuto progenie alcuna, neppure in senso lato. Chi, d’altra parte, potrebbe immaginarlo organizzare un cenacolo in pizzeria o fondare una rivista di tendenza o piazzare rampanti discepoli nella redazione di un giornale o alla Rai?
Eppure il destino letterario sembra averlo, per vie misteriose, risarcito. Negli anni Cinquanta, quando ancora non aveva pubblicato il Pasticciaccio e molti critici lo consideravano solo un «eccentrico» o un umorista «cincischiato», Gadda trova improvvisamente, in una piccola schiera di scrittori ‘irregolari’ e ‘sperimantali’ che hanno adorato L’Adalgisa, dei giovani ammiratori disinteressati ed entusiasti. Fra quei ‘nipotini’ c’è soprattutto Alberto Arbasino, che, come provano L’Anonimo Lombardo e poi Fratelli d’Italia, dal grande macaronico sembra avere ereditato non solo la derisoria violenza della scrittura, ma anche la cultura cosmopolita ed eclettica, lo humour travolgente, l’insofferenza per il «tritume delle correnti obbligative».

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