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Archivio per il Tag »il sole 24 oe«

→  dicembre 10, 2017


È discutibile se dire che i dati sono il petrolio dell’economia digitale sia una metafora oppure una similitudine: di sicuro induce in errore e potenzialmente fa danni. In errore perché mette sullo stesso piano l’economia dei bit e quella degli atomi, mentre se si vuol capire qualcosa dell’economia digitale, è essenziale iniziare col distinguere tra i due mondi. Fa danni perché vuole indurre i cittadini a pretendere che i loro Stati reclamino delle royalty da questo nuovo petrolio, come se non sapessimo dove son finiti i soldi estratti da quello vecchio, vale a dire a comperare auto di lusso e aerei da caccia per difenderle. Sostenere, come fa Mauro Marè (Web tax, i punti fermi da cui si deve ripartire, Il Sole 24 Ore del 5 dicembre 2017) che “le basi imponibili vanno cercate dove si formano e si trovano e cioè nei dati” e che “la chain value dell’economia digitale è nei dati”, senza analizzare le mutazioni e gli accrescimenti, di natura e di valore, che il dato subisce nell’economia digitale, significa condannarsi a non capire le “enormi trasformazioni” che essa porta con sé. I dati di un IP, in sé di valore pressoché nullo, diventano preziosi se qualcuno te li restituisce come chiave per accedere a miliardi di pagine di libri. I gesti che faccio mentre guido la mia macchina non hanno alcun valore: ma se qualcuno li registra, analizza e immette in una banca dati, questa consentirà il deep learning di un algoritmo, grazie a cui potremo, io (se lo vorrò) usare un’auto a guida autonoma, e un costruttore vendermela.

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→  marzo 4, 2017


Che intenzioni ha? Una volta erano le mamme a chiederlo alle figliuole, e si riferivano ai loro corteggiatori. Adesso invece tocca agli investitori essere indagati: chi supera determinate soglie di partecipazione in società quotate, dal 5% in su, dovrebbe dichiarare che cosa intende fare nel prossimo futuro, se fermarsi dov’è giunto, oppure procedere nella conquista del controllo.

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→  luglio 29, 2003

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Il sistema e le regole

30 luglio 2003 – Nell’avanzare su questo giornale proposte emendative della legge Gasparri, prima che essa iniziasse il suo percorso in Senato, assumevo un punto di vista e miravo a un obbiettivo. Il punto di vista: “prendere sul serio” il testo governativo; l’obbiettivo: affidare ai meccanismi di mercato concorrenziale l’allocazione delle risorse in un settore dove più vivaci sono innovazione tecnologica e di prodotto, e che assorbe risorse crescenti di reddito e di tempo dei cittadini.

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→  marzo 8, 2002


Buono e inutile: questo è il giudizio, più conciso che preciso, che credo si debba dare al disegno di legge Frattini sul conflitto di interessi. Buono nel senso che ha detto Sabino Cassese (sul Corriere della Sera del 1° marzo), migliorabile nel senso da lui suggerito (sul Sole di giovedì 7 marzo).

Ma inutile per risolvere il problema che occupa la scena politica italiana dal 1994: quello del rapporto tra potere politico e potere mediatico. All’art. 3 la legge precisa i due casi in cui si ha conflitto di interessi: quando il titolare di cariche di governo è in condizione di incompatibilità e quando l’atto di governo ha incidenza sul suo assetto patrimoniale. L’art. 2 precisa che l’incompatibilità è quella degli amministratori e non del proprietario.

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→  agosto 1, 2001


Aspetti del controllo di Olivetti-Telecom da parte dei gruppi Pirelli e Benetton

Oltre agli aspetti di natura industriale e finanziaria, che sono stati e continueranno ad essere valutati da analisti e da investitori, l’acquisto del controllo di Olivetti-Telecom da parte dei gruppi Pirelli e Benetton ne presenta anche altri di natura pubblica, sui quali è opportuno avviare una discussione. Pubblica, ovviamente, nel senso di come la politica influenza le aspettative degli operatori, ne orienta le scelte, ne determina la maggiore o minore propensione al rischio.

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