→ novembre 4, 2011

Al direttore
Per la Corte di Karlsruhe, “ogni aiuto solidale con carattere di spesa di grande entità sia a livello internazionale che comunitario deve essere approvato singolarmente dal Bundestag”. Papandreou vuole che le condizioni per ricevere l’aiuto “comunitario di grande entità” siano approvate dai cittadini. Perché la verifica democratica, necessaria per le condizioni a cui fornire l’aiuto, non dovrebbe essere consentita per le condizioni a cui accettarlo?
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→ ottobre 26, 2011

Al Direttore,
per lei è una “frustata”, per Alesina e Giavazzi è una “scossa”: diversi gli strumenti, comune la convinzione che iniziative per mettere in atto una ripresa sono possibili, e dunque necessarie. “Riforme a costo zero”: da lei sinteticamente riassunte, da loro, come si conviene, dettagliatamente elencate. Per lei la generica “volontà politica” per fare “saltar il tappo”; per loro la specifica indicazione di “abbandonare la concertazione”, i tavoli dove “i difensori dei privilegi possono fare proposte alternative e contrattarle con il governo”.
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→ ottobre 25, 2011

Al direttore
Vorrebbero un altro al posto di Berlusconi, un altro al posto di Bini Smaghi. E un aiutino per Bpm?
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→ ottobre 20, 2011

Appello finale a Berlusconi per una potente frustata all’economia
Onorevole presidente del Consiglio, la “storica frustata per lo sviluppo”, da Lei stessa annunciata a gennaio sul Corriere della Sera, è – ora più che mai – improcrastinabile. La premessa per tornare a “fare”, però, è innanzitutto la fuoriuscita dal paradigma fatalista e catastrofista che deprime gli spiriti animali di imprenditori e lavoratori e costringe la politica economica nel sonno dell’immobilismo.
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→ settembre 22, 2011

Al direttore
Riflettere sulla possibilità di privatizzare la Rai riapre una ferita. Va bene che “nul n’est besoin d’espérer pur combattre ni de vaincre pour perséverer”: ma qui per perseverare a sperarci bisogna proprio mettercela tutta. C’era stata una finestra, verso la fine della legislatura 1996- 2001, quando era chiaro che il centrosinistra avrebbe perso, e che quindi al Cav. avrebbero fatto capo oltre alle reti Mediaset, anche le reti RAI perché spendono soldi dei cittadini e quindi rientrano nelle responsabilità dell’esecutivo.
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→ settembre 22, 2011
di Marianna Rizzini
La Rai è in coma, la Rai è morta, la Rai è in pericolo, il canone Rai è la tassa più odiata dagli italiani (sondaggio sul Corriere, qualche giorno fa), la Rai va venduta, la Rai è un carrozzone vuoto, in Rai sono tutti “servi della politica” Simona Ventura a Vanity Fair, dopo il passaggio a Sky), in Rai ci si sente “precari” (Fabio Fazio, prossimamente in onda su Rai e La7), la “Rai ci ha rotto” (Patrizia Mirigliani, patron Miss Italia), “ha senso restare” in questo cda Rai? (Nino Rizzo Nervo, consigliere di centrosinistra dopo il niet del cda a Serena Dandini), “ha senso restare in Rai?” (Lucia Annunziata, dopo il niet a Serena Dandini): dici “Rai” ed è subito disgusto, orrore, presagio di sventura. E’ vero che la settimana scorsa, prima del niet a Serena Dandini, un Giovanni Floris istituzionale si è levato a dire che no, lui non crede “che la Rai sia alla fine”, e però dopo il niet ha un po’ ritrattato, parlando di Rai3 come di una rete “smontata a pezzi”. E insomma sono giorni in cui i difensori della Rai, se ci sono, stanno volentieri zitti.
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