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Archivio per il Tag »Filippo Penati«

→  settembre 3, 2011


Ciò che il caso Penati dovrebbe insegnare sul rapporto tra politica e intervento sull’economia. Ma è vecchia storia.

Siamo così assuefatti alla funzione vicaria della magistratura, da non farci neppure più caso? Nella vicenda che vede convolto Filippo Penati si indaga su ipotesi di concussione o di corruzione, si scava nella contiguità tra partiti della sinistra e attività economiche ad essa tradizionalmente vicine, si sospetta della funzione assolutoria di presunte superiorità morali. Ma nessuno che prenda il bandolo della matassa e discuta degli errori, errori politici, all’origine dei fatti di cui si occupano i PM. Eppure questa dovrebbe essere la reazione naturale per i politici, quasi un riflesso condizionato per quelli cresciuti a suon di strutture e sovrastrutture.

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→  luglio 23, 2011


Intervista di Paolo Berizzi

«Il mio rapporto con Penati? Si è incrinato quando ho iniziato a criticare il sistema. Che era diventato una palude insopportabile. Se fai impresa — a Sesto, a Milano, a Parma, a Napoli, dappertutto — devi entrare nella palude. Altrimenti non lavori. I politici te lo dicono chiaramente. Vuoi un’autorizzazione? Devi pagare. Oppure te lo fanno capire in modo più nobile: perché non sponsorizzi il partito, dai…? Come se fosse una squadra di calcio…». E’ un torrente in piena Piero Di Caterina, il Grande Accusatore (assieme al costruttore Giuseppe Pasini) al centro dell’inchiesta per corruzione che ha travolto la ex Stalingrado d’Italia e messo nei guai Filippo Penati. Cinquantasette anni, origini pugliesi, big lombardo dei trasporti pubblici con la sua Caronte (150 dipendenti), oltre che «uomo di fiducia di Penati» e presunto ricettore delle tangenti destinate al politico, Di Caterina secondo la Procura è stato anche un «grande finanziatore del Pd».

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